LA POLITICAAlla difficoltà delle indagini riscontrata fin dall'inizio, si aggiunge ora l'instabilità politica di un paese mai pacificato e che, negli ultimi tempi, si vede anche...
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Alla difficoltà delle indagini riscontrata fin dall'inizio, si aggiunge ora l'instabilità politica di un paese mai pacificato e che, negli ultimi tempi, si vede anche minacciato dal terrorismo islamico. Ieri, il premier del Burkina Faso, Paul Kaba Thieba, e il suo governo hanno rassegnato le dimissioni, secondo quanto riferisce un comunicato della presidenza. Sulle motivazioni non sono stati forniti dettagli anche se alcuni indiscrezioni riferiscono che il presidente vorrebbe dare nuova vita alla leadership del Paese dell'Africa occidentale che sta combattendo un'ondata crescente di attacchi jihadisti e presa di ostaggi. «Sua eccellenza, Roch Marc Christian Kaboré ha accettato le dimissione e ha espresso tutta la sua riconoscenza al premier Paul Kaba Thiéba e al gruppo di ministri per l'impegno prestato al servizio della Nazione», si legge nel comunicato.
Dopo la misteriosa scomparsa di Luca Tacchetto e della fidanzata canadese Edith Blais, l'ultimo caso che testimonia la pericolosità del Paese africano (anche per gli stranieri) è l'uccisione del geologo canadese rapito dai jihadisti e trovato morto mercoledì scorso nei pressi di una miniera d'oro nel nordest del Paese.
LE DINAMICHE
Poco dopo la sua vittoria alle elezioni, il presidente Kaboré aveva scelto l'economista esperto Thieba come primo ministro nel gennaio 2016. Tuttavia, negli ultimi mesi, diversi oppositori politici hanno chiesto le sue dimissioni e quella dei ministri incaricati della Sicurezza e della Difesa. Nell'attesa che venga nominato un nuovo primo ministro, gli ex ministri sono responsabili della spedizione degli affari correnti. Secondo una fonte vicina alla presidenza del Burkina Faso, queste dimissioni puntano a dare un nuovo respiro all'azione del governo.
Ogni settimana, il Paese continua a registrare attacchi contro le forze di sicurezza, le imprese e gli interessi stranieri. Kaboré, a questo punto, riterrebbe indispensabile dare una nuova spinta all'azione del governo. Il Burkina è uno degli stati più poveri del mondo, con una popolazione di migranti che cerca fortuna in altri stati vicini e lontani. E alle tensioni sulla sicurezza si aggiungono quelle economiche. I sindacati sono già sul piede di guerra: Kaboré aveva chiesto una tregua alla fine dell'anno. Ora si apre una nuova fase. E la stabilizzazione non è mai scontata.
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Il Gazzettino