LA POLEMICA TREVISO «Me lo aspettavo. Anzi mi attendevo qualcosa di più,

LA POLEMICA TREVISO «Me lo aspettavo. Anzi mi attendevo qualcosa di più,
LA POLEMICATREVISO «Me lo aspettavo. Anzi mi attendevo qualcosa di più, magari da parte di quelli di Django che si sono limitati a qualche insulto sui social». Davide Visentin,...

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LA POLEMICA
TREVISO «Me lo aspettavo. Anzi mi attendevo qualcosa di più, magari da parte di quelli di Django che si sono limitati a qualche insulto sui social». Davide Visentin, il più votato della Lista Conte, si sta adeguando al ruolo di pietra dello scandalo. Il suo passato di leader di Forza Nuova, movimento che ha lasciato nel 2016, ha già messo in allarma il centrosinistra. Dal segretario comunale del Pd Giovanni Tonella al capogruppo non sono mancati gli allarmi per l'ingresso a palazzo dei Trecento di un rappresentante dell'estrema destra: «Continuano ad associarmi a Forza Nuova, che ho lasciato nell'agosto del 2016 - dice Visentin - ovviamente non rinnego nulla del mio passato e del mio percorso politico ed è inevitabile che il centrosinistra mi attacchi. Certo che, se nel 2018 cercano consensi ancora con l'antifascismo, stiamo freschi. Sarebbe meglio invece facessero una bella analisi sul perché della netta sconfitta che hanno subito. Leggo che qualcosa stanno facendo, ma forse non ancora abbastanza».

LA TENSIONE
Visentin non è preoccupato del clima che lo attenderà a palazzo dei Trecento: «Non ho problemi con nessuno. Magari io e Pelloni non abbiamo mai avuto un ottimo rapporto, ma ci può stare. Con Manildo poi sono sempre andato d'accordo, per quel poco che ci conosciamo. Andrò comunque a stringere la mano a tutti i consiglieri di opposizione. Non vedo l'ora di cominciare. Se farò il capogruppo? Sinceramente non lo so. Intanto sono contento di essere stato eletto e ringrazio chi mi ha dato la preferenze. Devo imparare tante cose. Non ho chiesto e non chiedo nulla, ma se dovesse essermi affidato questo ruolo ne sarei contento e lavorerei al massimo».

I suoi obiettivi politici sono chiari: «Chiudere il prima possibile il centro sociale Django. Ci stiamo già lavorando, anche con degli avvocati che stanno esaminando la convenzione per trovare il modo di chiuderla. Poi lavorerò al progetto di riqualificazione dell'ex Dogana, che potrebbe diventare un luogo di aggregazione per tanti giovani. Mi concentrerò su queste cose, lasciando perdere tutti quegli aspetti su cui il Comune non può incidere».
P. Cal.
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Il Gazzettino