LA POLEMICADue bambine sorridenti, in jeans e giubbottino, una con una massa di capelli ricci in testa, l'altra con il velo islamico sul capo. È bastata questa immagine...
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Due bambine sorridenti, in jeans e giubbottino, una con una massa di capelli ricci in testa, l'altra con il velo islamico sul capo. È bastata questa immagine pubblicitaria sul sito e sull'account Twitter della marca americana di abbigliamento Gap, in vista del nuovo anno scolastico, a scatenare una dura polemica in Francia, tanto da spingere anche deputate di maggioranza e opposizione ad aderire alla campagna di boicottaggio del marchio.
«Cominciare l'anno con il piede giusto consiste nel non metterne più uno da Gap - scrive Aurore Bergé, deputata di En Marche, il partito del presidente Macron, su Twitter -. Nulla autorizza né giustifica che venga messo il velo alle bambine: dov'è la loro libertà? Dov'è il loro libero arbitrio? Dov'è la loro scelta? Che sia un argomento commerciale mi disgusta».
Sempre via tweet le fa eco la collega dei Républicains (destra), Lydia Guirous: «Ho denunciato a più riprese questo aumento di imposizione del velo alle bambine: è un maltrattamento che calpesta i nostri valori di uguaglianza, di libertà e di laicità».
LA DIFESA
L'azienda si è difesa rispondendo che «Gap Kids incoraggia i bambini a tornare a scuola celebrando le diversità» e spiegando che i ragazzini apparsi nella pubblicità (di cui fa parte anche un video) vengono da una storica scuola elementare pubblica di Harlem, quartiere di New York dalle tante anime.
Posizioni opposte rimbalzate anche nei commenti della rete, che si divide tra chi accusa l'azienda di imporre un modello vicino alla tradizione islamica e chi plaude al messaggio di apertura alle diverse culture presenti nella nostra società.
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Il Gazzettino