La poesia di un bimbo alla scoperta del mondo

La poesia di un bimbo alla scoperta del mondo
La poesia dello sguardo di un bambino alla scoperta del mondo, in un candido paesaggio immerso nella neve. Due giovani autori, il francese Damien Manivel e il giapponese Kohei...

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La poesia dello sguardo di un bambino alla scoperta del mondo, in un candido paesaggio immerso nella neve. Due giovani autori, il francese Damien Manivel e il giapponese Kohei Igarashi, al loro primo lavoro insieme, si misurano con coraggio in quest'avventura minimale e allo stesso tempo affascinante, tra l'essenzialità di Chaplin e una messa in scena precisa e anticonvenzionale, priva di dialoghi, di drammi o grandi azioni, ma ricca di meraviglia e stupore. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia in Orizzonti, Takara scruta con attenzione la giornata di un bimbo di sei anni che si sveglia nel cuore della notte: il padre esce per andare al lavoro al mercato del pesce, e il piccolo, incapace di riprendere sonno, si mette a disegnare, scattare fotografie, canticchiare tra se e sé, in una casa silenziosa e immobile. Finché la mattina, ancora un po' assonnato, anziché seguire la sorella a scuola, decide di regalarsi una piccola avventura. Vuole portare a papà il suo disegno, ma sa che per raggiungerlo dovrà salire e scendere da un treno, attraversare strade ghiacciate, affondare nella neve, affrontare l'inaspettato. Che, per un bambino, significa avventura. Non una parola, non un dialogo in questa piccola storia silenziosa che invita lo spettatore a riscoprire la meraviglia del proprio sguardo fanciullo, quando tutto è una potente rivelazione.

Diviso un tre capitoli il disegno, il mercato del pesce, il lungo sonno - Takara si insuinua con la purezza della neve nel rapporto tra un padre e un figlio, nel loro quotidiano che scorre lungo binari che testimoniano la presenza l'uno dell'altro (un disegno, un berrettino, il rumore di un motore), mentre passano le ore, i giorni, le stagioni. Proprio come ricordano le note di Vivaldi in apertura del film. E ammirando questo piccolo Buster Keaton che mai si dà per vinto sulle strade ghiacciate trascinando a fatica uno zainetto, il film si insinua un po' alla volta nel cuore dello spettatore con una forza inaspettata, depositandosi nella memoria come una bella fiaba contemporanea.

Chiara Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino