LA MOSTRA BELLUNO Funghi sentinelle del clima? Pare proprio di sì. In Valbelluna,

LA MOSTRA BELLUNO Funghi sentinelle del clima? Pare proprio di sì. In Valbelluna,
LA MOSTRABELLUNO Funghi sentinelle del clima? Pare proprio di sì. In Valbelluna, alcuni giorni fa, è stato raccolto per la prima volta il Boletus impolitus, un fungo tipicamente...

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LA MOSTRA
BELLUNO Funghi sentinelle del clima? Pare proprio di sì. In Valbelluna, alcuni giorni fa, è stato raccolto per la prima volta il Boletus impolitus, un fungo tipicamente legato al clima mediterraneo: «Lo si trova notoriamente nei boschi dell'Italia insulare e peninsulare, sotto lecci, sughere, querce sempreverdi. Non ci saremmo mai aspettati di vedere questa specie nei nostri boschi», è la precisazione di Fabio Padovan, micologo bellunese, collaboratore di varie Usl, presidente del Gruppo micologico G. Bresadola, fondato mezzo secolo fa a Belluno e forte di un centinaio di soci.

LA STRANEZZA
Una sorpresa per gli esperti che da 45 anni organizzano la tradizionale esposizione nel chiostro dei Serviti, accanto alla chiesa di Santo Stefano. «E' un dato di fatto che il clima sta cambiando, noi ce ne accorgiamo attraverso i funghi». Ecco un altro segnale, lo slittamento stagionale della fruttificazione: «Effettivamente negli ultimi 5-10 anni il grosso della produzione di specie fungine non corrisponde più con la prima metà del mese di settembre, ma si è spostato a fine settembre-inizio ottobre. Proprio perché le temperature medie si sono innalzate».
PORCINI E CHIODINI
Padovan non ha la sfera di cistallo, ma tanta esperienza. Tanto da prevedere la prossima buttata di chiodini: «Ce ne saranno dappertutto tra 10-15 giorni, prima a quote montane, successivamente nel fondovalle». Sta di fatto che, tra mazze di tamburo, gialletti e russole, a farla da padrone rimane sempre re porcino. «Da noi è sicuramente la specie più ricercata. La sua quotazione è alta perché ha carne soda e profumata, e, inoltre, si presta all'essiccazione». In realtà col nome di porcino si intendono quattro specie, di cui tre presenti nei nostri monti. «C'è il Boletus aereus, a distribuzione mediterranea, il Boletus edulis, il Boletus aestivalis, il Boletus pinophilus, normalmente amante di temperature più fresche». La stagione 2019, si sa, è partita tardi: «Ha stentato a luglio, ma nel complesso non male. In questi giorni la produzione è sopra i 1200 metri, in zone riparate dal vento che è il nemico numero uno di funghi».
PRUDENZA
E' noto andar per funghi è una passione. Ai cercatori Fabio Padovan lascia un consiglio. In nome, tra l'altro, dei numerosi incidenti che coinvolgono gli appassionati: «Occorre essere adeguatamente abbigliati, indossando scarponi, o scarpe con suola artigliata. Evitare di esporsi su pendii scoscesi, o dirupi. Un fungo non vale il rischio».
L'ESPOSIZIONE

Nel bel chiostro dei Serviti il via vai di persone è continuo. Tra le 396 specie esposte tutti funghi raccolti dai soci tra venerdì e domenica vi sono alcune mancanze: «Il Coprinus comatus, il Boletus aestivalis,il Cortinarius praestans, specie conosciute e commestibili. Il momento non è ottimale, non si sono visti nei nostri boschi».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino