LA MOBILITAZIONE PADOVA I ristoratori si preparano a scendere in strada e a bloccare

LA MOBILITAZIONE PADOVA I ristoratori si preparano a scendere in strada e a bloccare
LA MOBILITAZIONEPADOVA I ristoratori si preparano a scendere in strada e a bloccare la circolazione, in segno di protesta contro «un decreto che blocca la categoria». Lunedì...

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LA MOBILITAZIONE
PADOVA I ristoratori si preparano a scendere in strada e a bloccare la circolazione, in segno di protesta contro «un decreto che blocca la categoria». Lunedì mattina alle dieci e mezza centinaia di esercenti attraverseranno alcune delle vie più trafficate della città muniti di pentole, piatti e oggetti da lavoro per fare rumore e attirare l'attenzione sulla crisi sofferta. La manifestazione è stata annunciata ieri dall'Appe di Padova. «Abbiamo già incontrato il questore Isabella Fusiello e sentito telefonicamente il prefetto Renato Franceschelli spiega Filippo Segato, segretario Appe -. Il sit-in si svolgerà lunedì, che abbiamo ribattezzato il giorno della falsa ripartenza, perché di fatto potrà aprire soltanto la metà degli esercenti. Secondo le nostre stime, su 3mila esercizi pubblici 2.100 hanno il plateatico. Ma, di questi, oltre 300 non hanno spazi sufficienti all'esterno e si tratta solo di qualche tavolino d'appoggio». Troppi coloro che, secondo l'associazione di categoria, non trarranno beneficio dalle riaperture.

«Almeno in cinque punti strategici abbiamo programmato un'occupazione pacifica delle strade continua Segato -. Così come sono bloccate le imprese di pubblico esercizio, vogliamo bloccare la circolazione. Durante il presidio, consegneremo agli autisti dei volantini informativi sulla situazione d'incertezza vissuta».
Una testimonianza arriva da Vincenzo Allegra, titolare del ristorante - pizzeria Il Console a Saccolongo. «Siamo davanti a un decreto che non ci permette di lavorare ammette Allegra -. Qui al Nord non si può pensare di far stare le persone all'esterno. Non causa solo problemi di gestione, ma anche danni economici. Siamo fermi da 14 mesi, non è stato fatto nulla di concreto. La crisi non è più strisciante, ma è conclamata. Chi lavora con prodotti freschi deve investire per la materia prima e con questo decreto rischia di buttare via tutto a causa del maltempo. Non è il momento di tirare fuori 3mila euro tanto per provarci, siamo a corto di liquidità». Sono tanti i nodi ancora da sciogliere. «Se si mette a piovere nel bel mezzo di una cena come bisogna comportarsi? si domanda Segato Chi paga il conto?».

Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino