La memoria di una vita Almodóvar commuove

La memoria di una vita Almodóvar commuove
Salvador Mallo è un regista in declino, la cui fama passata è legata a un film, Sabor. Vive un momento tormentato, tra difficoltà di scrivere e problemi fisici. E così tornano...

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Salvador Mallo è un regista in declino, la cui fama passata è legata a un film, Sabor. Vive un momento tormentato, tra difficoltà di scrivere e problemi fisici. E così tornano i ricordi dell'infanzia e di una vita intera. La memoria come urto (e urlo) del tempo che passa, il riavvolgersi del nastro di una vita, dai primi turbamenti sessuali in quel paesino bianco ai primi veri amori, dal film della vita al ricordo della madre. Almodóvar oggi declina la liturgia dell'età matura, con il corpo che rivendica l'usura e la forza che viene meno; con gli errori e i rimpianti; con quel senso malinconico del tempo che si assottiglia. Certo non è nuova questa declinazione autobiografica (da La legge del desiderio a La mala educacion e via elencando) e la sua autoreferenzialità, diversa è la percezione di un tempo sospeso (il film ha una sua lentezza significativa) e inconciliabile, tra un bacio assetato ritrovato dopo tanti anni, un quadro che ti spalanca il cuore, un film che faccia continuare a vivere (e il finale così scopertamente finzionale lo dichiara). Antonio Banderas, intenso e forse mai così bravo, è chiaramente Pedro, che attraversa il film cercando l'ormeggio introvabile. (adg)

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Il Gazzettino