LA MAXI-OPERA UDINE Scatta l'ora x per lo stadio 2.0. Dopo riunioni, commissioni,

LA MAXI-OPERA UDINE Scatta l'ora x per lo stadio 2.0. Dopo riunioni, commissioni,
LA MAXI-OPERAUDINE Scatta l'ora x per lo stadio 2.0. Dopo riunioni, commissioni, elaborati progettuali, è il momento della convocazione della conferenza di servizi preliminare,...

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LA MAXI-OPERA
UDINE Scatta l'ora x per lo stadio 2.0. Dopo riunioni, commissioni, elaborati progettuali, è il momento della convocazione della conferenza di servizi preliminare, chiamata a dare (o meno) il primo via libera. Un passaggio fondamentale, perché da questo eventuale placet dipende la cosiddetta conferenza decisoria che norma vuole che chiuda la partita. In ballo, un'operazione che vale quasi venti milioni di euro, secondo il progetto presentato dall'Udinese per i circa 16mila metri quadri rimasti al grezzo al Friuli, che includono, fra l'altro, anche una sorta di mini-Gardaland, «una piscina, una clinica riabilitativa, centri fitness e uno spazio per concerti ed eventi di musica dal vivo», come esemplifica il direttore amministrativo Alberto Rigotto. Dopo che la giunta, a luglio, ha attivato la procedura prevista dalla legge Delrio, nei giorni scorsi l'amministrazione ha nominato ufficialmente la Conferenza: al tavolo, oltre al dirigente comunale Marco Disnan, che farà da presidente, siederanno Regione, Azienda sanitaria integrata, AcegasApsAmga, Cciaa, Vigili del fuoco, Coni, Fvg strade, Prefettura, Questura, Soprintendenza e Uti.

L'amministrazione fa sapere che ancora non c'è stata la convocazione vera e propria. Ma, si augura Rigotto, «dovrebbe essere imminente». Il parere dell'Anticorruzione richiesto il 4 settembre dal Municipio? Ancora non è arrivato, spiegano in Comune. La giunta ha chiarito però che di quel parere si terrà conto purché arrivi entro due mesi dalla richiesta, il che dovrebbe portare la scadenza a novembre. La grillina Claudia Gallanda ci ha fatto pure un'interpellanza, chiedendo al sindaco perché l'istanza sia stata fatta «solo dopo circa due mesi» dalla delibera. Tra i paletti messi dal Comune, il tetto del 20% di spazi commerciali. Norma alla mano, la procedura avrebbe dovuto concludersi entro 120 giorni dalla proposizione del progetto che, per la prima volta, l'Udinese propose «nel novembre 2016», come ricorda Rigotto. «Ma, nonostante la legge ci autorizzasse, in caso di mancata risposta nei tempi, a mettere in piedi la procedura alternativa andando dal presidente del Consiglio dei ministri, non abbiamo voluto farlo, nell'ottica di una massima collaborazione. Non ci interessa fare forzature. Il progetto può avere una valenza solo se ha un ampio consenso». Nel piano, spiega, oltre al museo dello sport, «la piscina, centri fitness, una clinica riabilitativa e di medicina sportiva e un centro per concerti ed eventi di musica dal vivo». Intanto, ben prima, nell'attuale Friuli, il Coni si allargherà, creando «una vera cittadella dello sport», come la chiama il presidente Giorgio Brandolin. «Ora - gli fa eco il consulente Gianni Rossetti - presenteremo il progetto per l'ampliamento». Agli 800 metri quadri di uffici se ne aggiungeranno altri 200, con più spazi per la Figc e nuovi locali per i medici dello sport e la Federazione di pallavolo.

Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino