La lotta per la vita di Sergiu e Marian: lesioni interne e ustioni di terzo grado

La lotta per la vita di Sergiu e Marian: lesioni interne e ustioni di terzo grado
I FERITIPADOVA Non ci sono solo le profonde e devastanti ustioni su tutto il corpo. I due operai più gravi, tra i quattro feriti domenica alle Acciaierie Venete, hanno anche...

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I FERITI
PADOVA Non ci sono solo le profonde e devastanti ustioni su tutto il corpo. I due operai più gravi, tra i quattro feriti domenica alle Acciaierie Venete, hanno anche delle lesioni agli organi interni.

Marian Bratu, romeno di 43 anni, è ancora ricoverato al centro grandi ustionati di Padova con ustioni sul 90% del corpo. La prognosi è resta riservata ed è considerato in pericolo di vita. Stesse condizioni per il collega Sergiu Todita, moldavo di 39 anni, ricoverato a Cesena.
Fonti sanitarie spiegano che, a impensierire i medici, non solo solamente le gravi bruciature che i due hanno riportato, ma anche le condizioni degli organi interni, anche se i parametri vitali, al momento, sono stabili.
Gli operai, infatti, sono stati colpiti da una violenta onda d'urto, sprigionata dallo choc termico provocato dalle 90 tonnellate di acciaio fuso a oltre 1.500° quando hanno toccato il pavimento a temperatura ambiente.
È stata come la deflagrazione di una piccola bomba che ha strappato loro di dosso tutti i vestiti e ha provocato anche danni interni, con conseguenti emorragie.
I medici, però, date le condizioni critiche, non posso operare i due operai finché la situazione non si stabilizzerà. Il processo di guarigione - hanno spiegato fonti mediche - sarà lunghissimo perchè prima bisognerà sistemare eventuali problemi interni, poi ci si dovrà occupare della ricostruzione della pelle, quindi dovrà intervenire il chirurgo plastico.
E non secondario è anche il timore dei medici per un eventuale avvelenamento da metalli pesanti. Durante l'esplosione, infatti, schizzi di acciaio incandescente sono volati ovunque, colpendo su tutto il corpo Todita e Bratu. Alcune parti di questi schizzi solidificati sono ancora nulla pelle ustionata dei due operai. Anche in questo caso i medici al momento non possono fare molto: sono in attesa che almeno in parte i tessuti si rigenerino prima di poter mettere le mani su un corpo così devastato dalle ustioni.
Nel frattempo, però, la presenza di questo metallo a contatto con la pelle potrebbe avvelenare i pazienti. Ovviamente, in un quadro simile, sarebbe impossibile per i due operai poter sopportare il dolore, per questo i medici hanno indotto il coma farmacologico. Da quando è avvenuto l'incidente entrambi non hanno ancora ripreso conoscenza. Al loro capezzale le mogli, Rodica e Valerica, che appena saputo quanto successo sono corse in ospedale nella speranza che arrivi una buona notizia.

Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino