La Lega perde il Nord, Bergamin applaude

La Lega perde il Nord, Bergamin applaude
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LA NOVITÀ
ROVIGO La Lega perde il Nord. Il segretario Matteo Salvini ha deciso: per raggiungere l'obiettivo di conquistare voti da un capo all'altro del Paese, Meridione compreso, via la parola Nord dal nome del partito nato come rivendicazione territoriale settentrionalistica. Una decisione che per qualcuno non appare indolore, ma che, a giudicare dalle reazioni anche a livello locale, sembra raccogliere consensi. Il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, vicepresidente veneto della Lega ex Nord, su Facebook, in un post contrassegnato dall'hashtag #daNordaSud, plaude alla decisione del Capitano: «Avanti tutta Matteo Salvini. Mi fido di te! Io penso che di uno che ha quintuplicato i voti della Lega, riportando alla fiducia e alla voglia di cambiamento milioni di italiani, ci si possa solo fidare! Con il Pd c'è un'Italia piatta e grigia, con la Lega ci sarà un'Italia brillante e colorata!».

VOCAZIONE NAZIONALE
La Lega diventa ufficialmente nazionale, dunque, proprio all'indomani di un doppio referendum sull'autonomia di Veneto e Lombardia. Non è un caso che il governatore Luca Zaia, in questo momento uomo forte del partito e unico in grado di fare ombra a Salvini, sul tema sia rimasto insolitamente silente. Ma a favore della svolta di Salvini è anche il segretario cittadino della Lega di Rovigo e consigliere comunale Stefano Raule: «Una scelta innovativa e saggia sottolinea Quello che è accaduto nel passato fa parte di una storia, ma ora dobbiamo guardare al futuro. Certi slogan avevano il loro appeal anni fa, ora il discorso è più ampio. Salvini si sta dimostrando coerente con tutto quanto ha fatto, perché non sta rinnegando il nostro bagaglio di valori, ma fa in modo che tutti possano portare questa bandiera».
MALUMORI

Ma non tutti sembrano essere d'accordo. Il consigliere comunale Fabio Benetti non nasconde i propri dubbi: «Rispetto la scelta, ma non la condivido affatto. Era stato creato Noi con Salvini proprio per scendere al Sud, perché è stato accantonato? Se non ha funzionato, perché cambiare il nome che abbiamo su bandiere, magliette e adesivi? Poi, proprio da un punto di vista di marketing in senso stretto, non la trovo vincente: andare a toccare un marchio vincente, annacquandolo senza cambiarlo del tutto, serve a poco perché per i nuovi elettori sarà la stessa Lega di prima, con o senza la parola Nord, e per quelli vecchi sarà solo motivo di rammarico».
F.Cam.
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Il Gazzettino