LA GIORNATA MILANO A scaldare la folla ci pensa Boris Kollar, polacco a capo

LA GIORNATA MILANO A scaldare la folla ci pensa Boris Kollar, polacco a capo
LA GIORNATAMILANO A scaldare la folla ci pensa Boris Kollar, polacco a capo del partito Sme Rodina: «I politici tradizionali rubano solo, mentono e truffano. Supportano le...

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LA GIORNATA
MILANO A scaldare la folla ci pensa Boris Kollar, polacco a capo del partito Sme Rodina: «I politici tradizionali rubano solo, mentono e truffano. Supportano le persone più ricche e se ne fregano della gente comune. È ora di mandarli dove meritano: in una discarica». Boato di approvazione, questa è musica per le orecchie degli elettori riuniti in piazza Duomo dal segretario leghista Matteo Salvini. Che in vista del voto europeo di domenica prossima chiude la campagna elettorale chiamando a raccolta undici leader sovranisti. «Qua non ci sono fascisti, non c'è l'ultradestra, ma la politica del buonsenso esordisce Gli estremisti sono quelli che hanno governato l'Europa per vent'anni nel nome della precarietà e della povertà. Qui non ho visto ultrà. Siamo gli estremisti del buon senso, questo sì».

PROMESSE E PREGHIERE
Il messaggio, forte e chiaro, è per il collega Luigi Di Maio che non ha nascosto i suoi timori per la reunion organizzata dal vicepremier. «Bisogna essere preoccupati» dalle ultradestre europee, commenta il ministro. «Spero che Salvini abbia chiesto a Le Pen e Orban e agli altri leader di prendersi i migranti, perché fanno i sovranisti con le frontiere dell'Italia. Questa politica che abbiamo adottato è figlia dell'egoismo di Paesi europei come quelli sovranisti». Ma il segretario del carroccio tira dritto. «Noi amiamo la madonnina che ci guarda dall'alto. Qui non ci sono estremisti, razzisti, fascisti. La differenza è tra chi guarda avanti, tra chi parla di futuro e di lavoro e chi fa i processi al passato: hanno paura del passato perché non hanno un'idea di futuro. Noi stiamo costruendo il futuro». Parla di «impegno d'onore», assicura di essere «pronto a dare la vita per l'Italia», fa promesse concrete. Due su tutte. Se alle elezioni «date alla Lega il primo posto in Italia e in Europa, non mollerò finché tutti paghino il 15% di tasse», è la prima. E poi: «La politica sui migranti la portiamo in tutta Europa e non entra più nessuno. Lo dico anche a Papa Francesco, che oggi ha detto bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo. Il governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito cristiano». Parole che scatenano la piazza, dalla quale si leva una selva di fischi contro Jorge Mario Bergoglio. A Francesco il leader leghista contrappone i predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con la loro difesa delle radici cristiane dell'Europa, e rispolvera i simboli religiosi - il rosario in mano, l'appello ai santi - come ha fatto con il Vangelo in chiusura della campagna per le politiche. Ma la trama resta quella della tradizione sovranista: la lotta agli scafisti e ai barconi con cui «comprano armi e droga, la Sea Watch che «fin quando sono ministro dell'Interno in un porto italiano non entra», le «élite contro i popoli», i «banchieri contro i risparmiatori». Il vicepremier dà la carica: «È un momento storico per liberare il continente dall'occupazione abusiva organizzata a Bruxelles da molti anni. Chi ha tradito l'Europa, il sogno dei padri fondatori, di De Gaulle e De Gasperi? Merkel, Macron, Soros, Juncker, che hanno costruito l'Europa della finanza e dell'immigrazione incontrollata». Adesso è il momento di «prenderci la maggioranza cacciando la sinistra», che finora ha governato alleata dei popolari.
IL CORTEO

Anche Marine Le Pen, l'ospite d'onore del Rassemblement National francese, insiste sulla «rivoluzione pacifica», ma anche sulla «riconquista» dell'Europa. E Manfred Weber del Ppe si preoccupa: «Questi nazionalisti, Salvini e Le Pen, vogliono mandare all'aria la nostra unità europea». La stessa inquietudine che ha convinto migliaia di persone a scendere in strada per la contromanifestazione, l'altra faccia del palco leghista tra canti, striscioni e slogan. «Per dire a questi sovranisti è che si possono prendere l'Italia, l'Europa, il mondo ma non Milano», afferma il sindaco Giusepe Sala.
Claudia Guasco
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Il Gazzettino