LA FRENATA PADOVA Una frenata che rallenta la crescita dell'industria veneta

LA FRENATA PADOVA Una frenata che rallenta la crescita dell'industria veneta
LA FRENATAPADOVA Una frenata che rallenta la crescita dell'industria veneta e che preoccupa. Perché per la prima volta, nel terzo trimestre del 2018, si vede procedere a passo...

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LA FRENATA
PADOVA Una frenata che rallenta la crescita dell'industria veneta e che preoccupa. Perché per la prima volta, nel terzo trimestre del 2018, si vede procedere a passo lento l'export e tocca fare i conti con un accesso al credito che per le aziende si fa più difficile e porta in dote la diminuzione sia della fiducia delle imprese sia gli investimenti. È il sunto del terzo trimestre dell'industria di Padova e Treviso con la produzione che se, da un lato, aumenta su base annua e in modo pressoché omogeneo del 1,4% (dal 1,6), nella media dei primi nove mesi rallenta all' +1% la propria performance, partendo dal +2,3 nel 2017. Causa di tutto questo? Le incertezze politiche, interne ed esterne che portano il presidente di Assindustria Venetocentro Imprenditori Padova e Treviso, Massimo Finco, a suonare la sveglia al governo gialloverde.

LA SVEGLIA
«Gli imprenditori veri, che creano Pil e occupazione, vogliono certezze tuona Finco - Le imprese non possono più sopportare una politica che va contro lo sviluppo e la crescita. Sarebbe auspicabile e saggio che questi segnali inducano il governo a fare i conti con le proprie responsabilità. Senza industria non ci sarà crescita. Il governo ascolti il popolo dei produttori: più investimenti e innovazione, meno consenso. Va cambiata la manovra». A far preoccupare è l'indagine congiunturale realizzata da Assindustria Venetocentro con Fondazione Nord Est, su un campione di 524 aziende di Padova e Treviso. Nel terzo trimestre dell'anno l'indice della produzione industriale aumenta dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2017 ma risulta in decelerazione (+1,6% nel secondo trimestre).
IN DISCESA
Non solo: nella media di gennaio-settembre la variazione è dell'1%, in discesa rispetto alla media 2017 (+2,3%). La crescita è diffusa a tutti i settori manifatturieri, con il metalmeccanico sopra la media (+2,6%) e tra le classi dimensionali le piccole imprese (+2,0%). La variazione positiva degli ordinativi diminuisce (si scende al +1,2% dal +3,8) e l'orizzonte di lavoro si assottiglia (il 29,7% ha ordini per meno di un mese): due fattori che segnalano un altro rallentamento nei prossimi mesi. Recupera la domanda in Italia, con vendite in aumento del 2,5% e dato sopra la media per metalmeccanica (+3,9%) e imprese tra i 20 e i 49 addetti (+3,5). Ma le vendite all'estero sono in frenata al +1% (dal +5,3 nel secondo trimestre). Risultato della tenuta delle vendite in Europa (+1,8%) e del brusco calo di quelle extra-Ue (-0,7% dal precedente +7,1%). L'indice dell'occupazione è in leggero recupero su base annua: +1% (dal +1,7 nel secondo trimestre), con dato sopra la media per metalmeccanica (+1,7%) e classe 50-249 addetti (+1,5).
EFFETTO SPREAD

Questo mentre nubi nere si addensano anche sull'accesso al credito che risulta più restrittivo già nei mesi estivi: spread e tassi irrigidiscono le condizioni di accesso al credito, con commissioni bancarie in aumento per il 28,0% (dal 18) e rialzo dei tassi di interesse per il 16% (dall' 11,9). «A preoccupare gli imprenditori è soprattutto l'incertezza sul fronte politico interno, sullo spread e l'erogazione del credito, sull'impatto di una manovra fatta più di consenso che di scelte concrete per la crescita attacca Finco - in assenza di interventi pro-imprese, tra l'indebolimento di Industria 4.0, l'assenza di credito per la formazione e il taglio di quello per la ricerca, la stretta sulle banche che comincia a scaricarsi su imprese e famiglie con maggiori costi di finanziamento, uno scenario preoccupante da scongiurare. È un quadro, questo, quello di un paese che potrebbe smettere di crescere, che fa a pugni con l'ottimismo del governo e la convinzione che la manovra sia la soluzione e non il problema. Le imprese continua il numero uno di Assindustria Venetocentro - vogliono certezze sul progetto di politica industriale, sulle infrastrutture, dalla Tav alla Pedemontana, e sui tempi della loro realizzazione, sulla nostra collocazione in Europa per reggere il confronto con Usa, Cina, Russia».
Nicola Munaro
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Il Gazzettino