La filiale passata a Intesa S. Paolo

La filiale passata a Intesa S. Paolo
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È uno stimato musicista, correntista da quasi trent'anni. Ma un giorno il suo conto viene bloccato. «Sei un persona politicamente esposta» gli risponde la banca che, nel frattempo, ha cambiato insegna. «Finchè non dimostri di essere te stesso non puoi prelevare». Non importa se l'uomo non abbia mai neppure partecipato a un comizio elettorale. Per l'istituto di credito il suo conto scotta.

La bizzarra vicenda è accaduta a S.M., un pianista e docente di scuola media cinquantenne. «Ho un conto corrente da trent'anni in una filiale Veneto Banca del Trevigiano. Da poco tempo siamo passati sotto Intesa San Paolo, anche se nella mia banca non è cambiato nulla. Né gli impiegati, né le modalità. Con loro mi sono sempre trovato benissimo: hanno sempre cercato di aiutarmi anche con il fido. Sanno che sono un correntista serio».
Improvvisamente però S.M. riceve una telefonata. «Mi hanno detto che il conto era stato bloccato e che per poter disporre del mio denaro avrei dovuto dimostrare di essere me stesso». Ovvero? «Mi hanno spiegato verbalmente che ho un omonimo, da qualche parte in Italia, che risulta persona politicamente esposta. Ma io mi chiedo, si blocca un conto corrente per un motivo di questo tipo?».
Effettivamente la policy degli istituti di credito prevede alcune liste internazionali di nomi e cognomi da attenzionare. Se, ad esempio, un cliente fa di cognome Ceausescu (come è avvenuto in provincia di Treviso), la banca ha l'obbligo di approfondirne le generalità e di verificare se il conto non abbia movimenti sospetti. Ma il protagonista della vicenda è un musicista che vive del suo lavoro. E con la composizione di musica classica è davvero difficile fare i miliardi. «Dopo una settimana sono andato in banca e ho firmato un documento in cui attesto che sono davvero quel che dico di essere».
La pratica, avviata dal 16 settembre, dovrebbe sbloccarsi in questi giorni. «Lo spero proprio, visto che devo partire per la Grecia - conferma l'uomo -. Ovviamente la cosa mi ha disturbato e non mi è piaciuta per niente. Che sia andato storto qualcosa, dal punto di vista delle procedure, nel passaggio fra istituti? Poi mi chiedo perché non sia stato sufficiente fare un controllo incrociato con il codice fiscale».

Digitando il nome e cognome dell'uomo in rete, balza agli occhi l'omonimia con un pregiudicato. Sarà forse per questo? «Penso possa essere una spiegazione più plausibile. Il fatto davvero paradossale è che tutto è avvenuto all'interno della mia banca. Improvvisamente da musicista e docente stimato, posso essere diventato politicamente esposto o peggio aver conti da saldare con la giustizia»?
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Il Gazzettino