«La città si sta trasformando: attenti al rischio Venezia»

«La città si sta trasformando: attenti al rischio Venezia»
L'ANALISITREVISO Ogni anno il computo dei saldi è sempre più difficile. Gli affitti in centro restano una grande emergenza. E i negozi chiudono o si trasformano. E' il caso di...

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L'ANALISI
TREVISO Ogni anno il computo dei saldi è sempre più difficile. Gli affitti in centro restano una grande emergenza. E i negozi chiudono o si trasformano. E' il caso di Marè che continua a viaggiare online. Ma chiude lo spazio nel cuore della città. Un trend che preoccupa Confcommercio. «La situazione economica, checchè se ne dica, non è difforme da quella degli anni passati. Non ci siamo ancora messi alle spalle la crisi» esordisce il presidente Ascom Federico Capraro. «Oltre a questo però c'è un aspetto legato all'evoluzione delle città nelle quali si perde in maniera irrimediabilmente il negozio di vicinato e le attività che prosperano sono prevalentemente legate alla somministrazione. La città sta cambiando. Non è più contenitore di residenzialità, ma diventa contenitore di una fruizione più veloce, con turisti e visitatori che vengono per assistere agli eventi, innescano un meccanismo di domanda legata a bar, osterie, trattorie, ristorantini, take-away».

In centro, dunque, si viene per mangiare, per vedere gli amici, per fare esperienze sociali. Non più per i momenti legati all'acquisto. Quindi riesce ad andare in equilibrio chi va nella direzione dei desiderata della gente. «Chi oggi riesce a sostenere quel tipo di affitto?- si chiede Capraro - Solo determiante merceologie. Ad alcune cala il mercato, ad altre cresce. Se le vendite scendono ecco che io non posso più far fronte all'affitto».

Il caso di Marè è emblematico. La chiusura in questo caso non è frutto della recessione, ma del fatto che il negozio diventa globale e non ha più bisogno dei muri. «C'è una trasformazione. Non a caso. La gente non passeggia più in città con le borse. Non fa più gli acquisti. La città è il luogo dello svago. Qui compri il caffè, il gelato, la pizza. Quel mercato tiene, l'altro cala». Capraro paragona quanto accade per i negozi al tema della residenzialità. «In chiave turistica è la stessa cosa. Calano i residenti e aumentano i turisti. Sul mercato residenziale un determinato affitto io non riesco a sostenerlo. Ma come locatore turistico riesco, perchè lo rivendo a mia volta». Cosa si rischia allora? La desertificazione della città. Un segnale allarmante che sta cambiando la pelle delle città venete. «Quanto accaduto a Venezia, con i residenti in fuga, accade oggi a Verona. I veronesi fuggono dal centro storico, ormai in mano al turismo. Treviso non è molto lontana: oggi in centro abitano 5000 persone, contro le 25 mila di dieci anni fa» conclude Capraro.
E.F.
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Il Gazzettino