La cimice asiatica è inarrestabile Coldiretti chiede aiuto alla ricerca

La cimice asiatica è inarrestabile Coldiretti chiede aiuto alla ricerca
AGRICOLTURAROVIGO È allarme, da parte della Coldiretti, per i danni ingenti nelle campagne polesane causati della cimice asiatica. Il vicepresidente provinciale Simone Moretti,...

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AGRICOLTURA
ROVIGO È allarme, da parte della Coldiretti, per i danni ingenti nelle campagne polesane causati della cimice asiatica. Il vicepresidente provinciale Simone Moretti, allarmato, spiega che «sono state colpite tutte le colture. Occorre potenziare la ricerca scientifica e universitaria per individuare azioni efficaci di contrasto, ma è altresì necessario anche il sostegno della Regione, per far fronte ai costi delle reti protettive».

Continua, dunque, la lotta alla cimice asiatica che non solo sta invadendo case, terrazzi, automobili, già da fine agosto, ma che indisturbata prosegue a cibarsi di frutta, verdura e cereali nelle campagne, lasciando agli agricoltori la devastante conta dei danni. Per questo motivo la Coldiretti è tornata a sollevare il problema, dopo il convegno dei mesi scorsi, in collaborazione con il Servizio fitosanitario regionale e dopo l'incontro con l'assessore regionale all'agricoltura, Giuseppe Pan, in visita tra i frutteti.
L'INFESTAZIONE
«La cimice asiatica è un insetto particolarmente prolifico e privo di antagonisti in natura. I danni sono consistenti, perché non si ciba solo di frutta matura, ma anche di piccoli frutti, portando la percentuale di danni in alcuni casi al 100%, con una media del 30% - analizza Moretti, frutticoltore di Badia Polesine - dalle mele ai peperoni, dalle melanzane ai fiori di patata e perfino alle piante ornamentali, la cimice asiatica si ciba di tutto, anche di cereali come la soia, particolarmente colpita dal fenomeno infestante. Mancano efficaci azioni che permettano di fermare l'emergenza. Occorre potenziare la ricerca scientifica, affinché si trovino soluzioni più adatte e al contempo sostenibili sia in termini economici che ambientali».
FONDI E RICERCA

Finora l'unica arma di difesa contro il temibile insetto è stata la rete di protezione che oltre a essere costosa, non garantisce l'immunità ai frutteti e non è applicabile a tutte le colture interessate, come quelle cerealicole. «Dove si può intervenire con le reti, chiediamo alla Regione di prevedere interventi a sostegno della dotazione di reti di protezione - conclude Moretti - che siano però diversi dal Psr, spesso di difficile utilizzo, garantendo l'accessibilità alle imprese. Tutte le campagne del territorio veneto sono interessate da questa presenza, anche se le province più colpite sono quelle di Rovigo, Padova e Verona. Il rischio è davvero altissimo per la frutta polesana e per tutto il patrimonio ortofrutticolo e cerealicolo. Se non studiamo una soluzione tempestiva, potremmo perdere parte la maggior parte della produzione, se non tutta».
M.Sca.
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Il Gazzettino