LA CHIESA CATTOLICA UDINE Un messaggio a quattro voci, nel giorno della festa

LA CHIESA CATTOLICA UDINE Un messaggio a quattro voci, nel giorno della festa
LA CHIESA CATTOLICAUDINE Un messaggio a quattro voci, nel giorno della festa dell'Annunciazione del Signore. Le voci sono quelle di altrettanti vescovi: monsignor Andrea Bruno...

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LA CHIESA CATTOLICA
UDINE Un messaggio a quattro voci, nel giorno della festa dell'Annunciazione del Signore. Le voci sono quelle di altrettanti vescovi: monsignor Andrea Bruno Mazzocato (Udine), monsignor Giampaolo Crepaldi (Trieste), Carlo Roberto Maria Redaelli (Gorizia) e Giuseppe Pellegrini (Concordia-Pordenone).

E il messaggio è rivolto alle vittime del virus, ma anche ai malati e alle loro famiglie, ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari che stanno scrivendo «un capitolo straordinario nella storia dell'assistenza sanitaria», ma pure agli amministratori chiamati a compiere scelte non facili. Proprio quando ricorre «la festa della speranza», in cui «Dio Padre ci viene incontro mandando suo Figlio che si fa uomo», gli arcivescovi vogliono affidare «alle braccia misericordiose di Gesù risorto e di Maria, sua e nostra Madre, i fratelli e le sorelle ai quali il contagio maligno del coronavirus ha tolto la vita fisica. La nostra preghiera di suffragio si unisce a quella dei loro parenti e amici ai quali desideriamo farci vicini in questo momento di distacco dai propri cari reso ancora più doloroso dall'impossibilità di esser stati accanto a loro nelle ore di agonia e nel momento della morte. Riposino in pace i nostri defunti e la preghiera, che noi eleviamo, ottenga loro la purificazione da ogni peccato e la gioia eterna nella Comunione dei Santi».
FAMIGLIE SEPARATE
Ma il pensiero dei presuli va anche ai malati e in particolare ai ricoverati, anche in gravi condizioni. Non solo per il dolore fisico, ma anche per il «sofferto e, a volte, angoscioso isolamento dagli affetti più cari» a cui il virus li costringe. «È una pena dell'anima per voi e per i vostri parenti e amici che non possono stare accanto al vostro letto. Anche i nostri sacerdoti non possono raggiungervi portando il conforto spirituale dei sacramenti cristiani. Vi portiamo nel cuore e il nostro affetto per voi si trasforma in preghiera», scrivono i vescovi. Ma fanno arrivare anche un attestato di stima e, insieme, vicinanza e affetto, anche all'esercito di medici, infermieri e operatori sanitari che ogni giorno combatte in corsia al fianco dei malati.
SITUAZIONE STRAORDINARIA
Secondo i vescovi con la loro professionalità, umanità e dedizione senza calcoli stanno «scrivendo un capitolo straordinario nella storia dell'assistenza sanitaria. Tutta la popolazione ne è consapevole e noi Vescovi vogliamo darvene testimonianza. Accanto ai letti dei fratelli provati dal male assumete veramente la figura degli angeli custodi che proteggono, consolano e rassicurano. Se potete, fatevi anche eco della nostra preghiera portandola agli orecchi e al cuore dei malati per aiutarli a vivere la loro prova con dignità umana e cristiana». L'abbraccio dei presuli va anche ai volontari della Protezione civile, delle parrocchie e delle associazioni uniti in una «rete straordinaria di solidarietà a sostegno di chi patisce disagi a causa del dissesto creato dall'epidemia», ma anche alle donne e agli uomini delle forze dell'ordine, mobilitati giorno e notte «e con tanta pazienza a far osservare le doverose norme di prevenzione, mantenendo con la giusta disciplina anche la tranquillità delle nostre terre».
AI POLITICI
Ma il pensiero dei vescovi va pure agli amministratori, ai sindaci e ai rappresentanti della Regione: «Comprendiamo bene quanto sia difficile per voi prendere decisioni in una situazione di tale complessa emergenza. Invochiamo lo Spirito Santo di Dio perché illumini la vostra mente e sostenga la vostra coscienza nell'arduo compito di individuare e scegliere, tra contrastanti esigenze, il bene comune della popolazione».

I quattro monsignori non possono non plaudere alla «gara di solidarietà» avviata in Friuli Venezia Giulia «per far fronte comune contro il coronavirus». Quel cuore generoso e solidale del Fvg che aiuta, scrivono, come quello del buon samaritano, «teniamolo vivo in noi con la preghiera perché è la forza che ci permetterà di superare uniti questo tempo di prova».
Cdm
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Il Gazzettino