La Cgil: «Diritto allo studio, troppi favori a scuole private»

La Cgil: «Diritto allo studio, troppi favori a scuole private»
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ISTRUZIONE
UDINE «Una norma frettolosa, non preceduta da un fattivo confronto con tutte le parti interessate e non condivisibile in diversi capitoli importanti, in particolare quelli relativi ai criteri di erogazione dei finanziamenti». Questo, nelle parole di Villiam Pezzetta e Adriano Zonta, il giudizio con cui la Cgil del Fvg e il suo sindacato scuola, la Flc, bocciano la legge sul diritto allo studio recentemente approvata dal Consiglio regionale. «Il testo finale scrivono in una nota congiunta i due segretari non definisce criteri precisi di accesso ai finanziamenti, che andranno indifferentemente a scuole statali, paritarie, parificate e private, senza nessun tipo di vincolo, ad esempio, legato al titolo e di studio, all'abilitazione e al trattamento contrattuale degli insegnanti».

IL SOSTEGNO
Giudizio negativo anche sulla parte relativa al sostegno alle famiglie in condizioni di difficoltà: «Anche in questo caso proseguono i segretari di Cgil e Flc nell'erogazione delle risorse non si fanno differenze tra scuole pubbliche e private, in contrasto con il primato della scuola pubblica sancito dalla Costituzione, che riconosce il ruolo della scuola privata, ma senza oneri per lo Stato». Ma la Cgil critica anche l'impostazione generale della norma, «che risponde sì alla condivisibile esigenza di un riordino della legislazione in materia, ma escludendo due settori, a nostro avviso fondamentali, quali l'università e la formazione professionale, che rimangono normati a parte». A condizionare il risultato finale, per Pezzetta e Zonta, non soltanto gli errori di impostazione della nuova legge, ma anche i tempi forzati imposti alla discussione.
TROPPA FRETTA
«La fretta con cui è stato concluso l'iter legislativo concludono ha pregiudicato la possibilità di varare un provvedimento più organico, capace di garantire una regia complessiva degli interventi in materia di diritto allo studio, scuola, università e formazione, per approdare invece a una legge che privilegia l'istruzione privata rispetto a quella pubblica, in contrasto non soltanto con il dettato costituzionale, ma anche con i valori e gli obiettivi che dovrebbero o avrebbero dovuto ispirare, dall'inizio alla fine della legislatura, questa maggioranza di centrosinistra».

L'analisi della legge regionale è anche l'occasione per un intervento in merito al dimensionamento: «L'ottica - dichiara Zonta - non può essere quella di accontentare presidi o sindaci mettendo le scuole in un'inutile concorrenza. È necessario lavorare assieme per costruire un sistema scolastico di qualità e capace di contrastare l'abbandono. Per riuscirci è indispensabile un maggiore coordinamento tra ufficio scolastico regionale e assessorato, per perorare insieme gli interessi del Fvg nei confronti del ministero. Altre regioni, infatti, ottengono più di noi».
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Il Gazzettino