LA CERIMONIA CHIOGGIA C'erano tutti e due: il vescovo simpatizzante di Salvini

LA CERIMONIA CHIOGGIA C'erano tutti e due: il vescovo simpatizzante di Salvini
LA CERIMONIACHIOGGIA C'erano tutti e due: il vescovo simpatizzante di Salvini e il cardinale simpatizzante dei migranti. Monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, e il...

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LA CERIMONIA
CHIOGGIA C'erano tutti e due: il vescovo simpatizzante di Salvini e il cardinale simpatizzante dei migranti. Monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, e il Segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin, si sono incontrati a Chioggia, sabato mattina, per la consacrazione della nuova chiesa dell'ospedale. Non è stato un caso e neppure una contrapposizione, perché, in realtà, i due prelati si conoscono e sono amici da molti anni, dato che Tessarollo è stato insegnante di Parolin, di Biblica e Sacre scritture, in seminario a Vicenza. Poi ognuno ha seguito la sua strada.

Tessarollo, ad esempio, aveva criticato la famosa copertina di Famiglia Cristiana «Vade Retro Salvini», mentre Parolin aveva definito pericoloso «invocare Dio per se stessi» quando lo stesso Salvini aveva baciato il Rosario. Ieri la ribalta è toccata nuovamente a Parolin che a margine della cerimonia, rispondendo alle inevitabili domande dei cronisti, ha riaffermato il pensiero suo, e di Papa Francesco, in tema di migrazioni. «Stiamo attenti ha detto il cardinale perché se ci chiudiamo non risolveremo neanche i nostri problemi, ma li aumenteremo». Ed ha aggiunto: «Non è per egoismo che ci apriamo, ma è una conseguenza immediata quella di creare ancora più difficoltà se c'è chiusura nei confronti degli altri, di chi sta peggio di noi».
Insomma, ostilità genera ostilità, sfiducia genera sfiducia, contrapposizione genera contrapposizione e questo circolo vizioso, in qualche modo, va spezzato. Come fare, però, è compito delle istituzioni e della politica. «Le scelte politiche vanno fatte dai responsabili della politica ha, infatti, aggiunto il Segretario di Stato però queste scelte devono rifarsi ai valori alla base di ogni convivenza civile». Poco prima il cardinale, vestendo i panni del sacerdote, più che del politico, aveva avuto parole di speranza per l'utilizzo della nuova chiesa. «Immagino quante persone in questo luogo, in questa cappella - aveva detto - cercheranno un momento di conforto. Tutti noi sappiamo infatti che il tempo della malattia è tempo faticoso, di sconforto, oltre che di sofferenza. Questa chiesa sia per noi, e per tutti coloro che si troveranno a frequentare l'ospedale di Chioggia, non solo un luogo di devozione, ma davvero un aiuto e un sostegno, che dia speranza».

Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino