La blog-terapia del fotografo col cancro

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ROVEREDO - Andrea Spinelli ha il cancro. Non una terribile malattia, né un male incurabile, ma il cancro, parola dal suono duro come il suo significato. Una parola che spesso si censura, per scaramanzia o per paura. La storia di oggi però guarda il cancro in faccia, chiamandolo con il suo nome e raccontandolo con i piedi saldi a terra di chi conosce il tremendo responso di una cartella clinica ma che non vuole arrendersi a una vita in attesa. Andrea Spinelli, roveredano d'adozione, è un fotografo professionista. Ha 43 anni, una compagna e un lavoro che ama. Vende i suoi scatti ai grandi quotidiani nazionali, agenzie incluse. Uno che non si ferma mai, sempre in macchina e sempre con una batteria di obiettivi e macchine fotografiche al seguito. La vita dell'inviato senza orari. Nel 2013, però, la curva a gomito del destino. Diagnosi spietata: cancro al pancreas. Dentro e fuori dagli ospedali, terapie massacranti e tutto a un tratto l'impossibilità di programmare il futuro. Così Spino, come lo conoscono tutti, decide di fare quello che ha sempre fatto, raccontare la realtà, stavolta non attraverso le foto, ma con lo strumento che usano i colleghi giornalisti con cui viaggia in accoppiata: la penna. Guardando in faccia la bestia apre un blog, lo chiama In cammino con il mio CANcro. L'ironia non gli manca, come anche la capacità di toccare di fioretto il cuore della sua malattia e la coscienza di chi legge. Quasi quotidianamente aggiorna la sua pagina: dal giorno della scoperta più brutta scrive le sue esperienze, dalle camminate in montagna alle gite al mare, sino alle visite in ospedale e ai progressi (o meno) della sua situazione. Conta i passi e li riporta: «Siamo a quota 1.947.960» scrive. «Perché raccontare e spiattellare la propria situazione? - spiega - Io non voglio la compassione e non mi piace essere commiserato. La parola cancro fa paura, allora ho deciso di raccontare la mia malattia sin da subito, perché lo trovo un modo dignitoso di vivere questa cosa, senza nascondermi. Il cancro non dev'essere un tabù». Sta scrivendo anche un libro. Dietro di sè ha la spinta di chi interagisce sul suo blog e manda un unico collettivo messaggio: «Dai, Spino».

Marco Agrusti
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Il Gazzettino