LA BATTAGLIA BELLUNO Se negli anni scorsi la scure aveva sacrificato diversi

LA BATTAGLIA BELLUNO Se negli anni scorsi la scure aveva sacrificato diversi
LA BATTAGLIABELLUNO Se negli anni scorsi la scure aveva sacrificato diversi uffici postali nel Bellunese (eclatante il caso di Sois) d'ora in poi si può stare tranquilli. Poste...

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LA BATTAGLIA
BELLUNO Se negli anni scorsi la scure aveva sacrificato diversi uffici postali nel Bellunese (eclatante il caso di Sois) d'ora in poi si può stare tranquilli. Poste italiane, si era impegnata a fine 2018, di fronte ai sindaci dei piccoli comuni, a sostenere l'importanza della capillarità lungo tutto il territorio. Una vittoria per la battaglia portata avanti dal sindaco bellunese, Dario Scopel, referente dell'Associazione nazionale dei piccoli comuni. La promessa è stata mantenuta? «Al momento sì - spiega il sindaco Scopel - possiamo dire che il cambio di passo c'è stato, ma bisogna continuare a monitorare la situazione». Il problema per i piccoli centri e le zone montane ora è un altro: la posta consegnata a giorni alterni, con bollette che spesso arrivano in ritardo.

IL PROBLEMA
«La difficoltà che si presenta nel momento estivo, quando i postini in vacanza - spiega Scopel, referente dell'Anpci per il Veneto - è quella di riuscire ad avere la corrispondenza in momenti adeguati o peggio gli errori che si verificano in questo periodo con lettere consegnate a indirizzi sbagliati. Su questo ci sarà da lavorare e cercheremo di operare affinché la consegna della posta a giorni alterni vari. Non è possibile dare un servizio di serie A in alcune zone e in altre, quelle montane, di serie B». L'emergenza si verifica in questi mesi quando i postini che conoscono le zone sono in ferie e vengono sostituiti da addetti stagionali, che però non riescono a coprire tutti i turni. Così anche le bollette arrivano in ritardo. Le altre emergenze estive sono state la chiusura a giorni alterni dell'ufficio postale di Domegge o il caso di Gosaldo, dove è scattata una raccolta firme per chiedere l'attivazione di un Postamat, visto che la popolazione deve farsi oltre 15 chilometri per un prelievo.
IL CAMBIO
«Poste italiane - spiega Scoppel - nell'ottobre scorso hanno messo come punto fondante del loro piano quello di non togliere nessun ufficio dai piccoli comuni. È una nota positiva, comunicata a Roma, davanti a 3mila sindaci, nell'appuntamento dedicato ai piccoli comuni. Un cambio di passo rispetto al passato. I nostri piccoli centri sono diventati per Poste italiane una rete importante per dare servizio al territorio e ai comuni. Tra questi ad esempio il servizio di tesoreria comunale, un problema sempre più urgente per l'ente pubblico, perché sono poche le banche che vogliono farlo e in maniera sempre più onerosa. Inoltre stanno andando a dotare sempre più uffici del bancoposta. Insomma la situazione sta migliorando, grazie alle battaglie di Anpci e Anci, ma va sempre monitorata: adesso bisogna verificare che tutto questo continui».
I RISCHI

Anche la fusione tra comuni poteva essere un rischio per gli uffici postali. In realtà, anche in questo caso, c'è stato un dietrofront. «Ci hanno assicurato- spiega Scopel - che non ci sarebbero state più chiusure, anche nel caso di fusioni. Di norma dovrebbe esserci un ufficio postale per ogni comune, ma per il momento, anche dopo le fusioni, tutti gli sportelli saranno salvaguardati». Ma sulle fusioni, Scopel, difensore dei piccoli comuni, non ha mai nascosto come la pensa: «Avevamo detto che i soldi sarebbero finiti e che le fusioni non erano la panacea. Bene fare alcuni servizi insieme, anche se non obbligatoriamente, ma bisogna lasciare l'autonomia in territori enormi come in nostri, dove i municipi sono punti di riferimento importanti».
Olivia Bonetti
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Il Gazzettino