PORDENONE - (E.M.) «Figlia mia, figlia mia!». Mohamed Barka, ventiseienne di origine marocchina, gridava sconvolto nei corridoi dell'ospedale di Pordenone quando ha saputo che...
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Mohamed viveva fino a qualche tempo fa in casa con il papà Omar Barka, la mamma Seddikia e il fratello più piccolo Amine, a Poincicco di Zoppola. Casa che ha lasciato per trasferirsi con Ghita a Tiezzo di Azzano Decimo dove aveva messo su famiglia. Amine racconta cosa è successo lunedì sera: «La bambina stava poco bene e hanno deciso di portarla in ospedale per vedere cosa avesse». Poi la tragedia. «La piccola non c'è l'ha fatta - sussurra affranto Amine - mio fratello era disperato, gridava 'Figlia mia, figlia mia!' Siamo tutti sconvolti».
Mohamed nell'incidente ha riportato la rottura di alcune costole e un trauma cranico, niente in confronto allo schianto dell'anima. «Si erano spostati da due anni - prosegue nel suo racconto Amine - e si erano trasferiti a Tiezzo».
Il giovane marocchino faceva qualche lavoretto, Ghita invece accudiva casa. È ancora presto per sapere la data dei funerali. Intanto arrivano numerose le testimonianze di cordoglio ai Barka, originari di Casablanca, da cinque anni residenti a Cusano, prima ancora a Fiume Veneto, dieci in tutto in Italia, ormai pienamente integrati. Cordoglio alla famiglia anche dall'amministrazione comunale.(((mincae))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino