L'ufficio oggetti smarriti? In teatro

L'ufficio oggetti smarriti? In teatro
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LA CURIOSITÀ
BELLUNO Curiosando al Teatro Comunale. Non dietro le quinte, tra le tende e le funi. Neppure nei camerini. A mostrare sorprese sono gli sgabuzzini. Ecco un centinaio di ombrelli, otto chiavi di porte blindate casseforti e automobili più altre chiavi varie, un paio di sigarette elettroniche, tre agendine telefoniche. E ancora: sette occhiali da vista con tanto di portaocchiali, una decina tra orecchini e collanine, peraltro di scarso valore. Qualche sciarpa e qualche felpa. Alcuni scialli e alcuni guanti di pelle. Per non dire del mucchietto di berretti e cappelli, coppola compresa. Tutti oggetti dimenticati in prima e seconda galleria e in platea negli ultimi quattro mesi: da fine ottobre a febbraio.

CELLULARI E OMBRELLI
Disponibile a mostrare cosa i bellunesi dimenticano quando vanno ad assistere ad uno spettacolo di prosa, ad un concerto, ad un balletto o ad eventi dal palco, con premiazione compresa, è Gino Marchetti, custode e responsabile del Teatro Comunale. «Tornano di sicuro a prendere solo coloro che hanno perduto il telefono», va giù diretto. «Quest'inverno sono venute tre persone per chiedere dei loro occhiali e in sette per il cellulare, precisa. Marchetti mette tutto via, in scatole di cartone. Sottolineando come sia ovvio che si debba tenere ogni oggetto per un po' di tempo. Lui si è messo un termine: fino all'inizio della stagione successiva, visto che non si può riempire lo sgabuzzino. «E qualcosa si elimina». Ad esempio il vestiario lo si mette nei contenitori della Caritas».
SCARPE E REGGISENI

Ma le curiosità non sono finite qui. «Ho trovato, tra le poltroncine della platea, un paio di scarpe nere da donna, con il tacco. E, poi, jeans e altri pantaloni». Nessuna situazione in stile luci rosse. Spiega Gino Marchetti: «E' prassi che i ballerini di cambino in sala». «Beh, nei camerini degli artisti vengono abbandonati anche indumenti intimi, ma è normale nel luogo in cui ci si cambia in fretta». Colpisce, invece, il gran numero di ombrelli: grandi, da donna, pieghevoli, tascabili, colorati o tinta unita. Gino ne abbraccia una parte: In questa stagione non sono molti. In numero minore rispetto ad altri anni perché non è stato un inverno piovoso». Viene da chiedersi se a perdere berretto o ombrello siano i bambini e i ragazzi che vengono a teatro per assistere agli spettacoli organizzati per le scuole. Marchetti ha risposta netta in proposito: «Gli studenti che frequentano licei e istituti superiori per lo più non usano l'ombrello, quindi non lo dimenticano a teatro. I bambini delle elementari sono seguitissimi dalle maestre che controllano all'uscita se tutto è a posto, sciarpe al collo e berretti in testa compresi. A dimenticare gli ombrelli, e le chiavi di casa, è il pubblico di adulti, quello delle pièce serali».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino