L'orrore non si dimentica

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Rovigo, città che non dimentica. Si sono svolte ieri, tra la sala consiliare di Palazzo Celio e il cimitero ebraico di...

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Rovigo, città che non dimentica.

Si sono svolte ieri, tra la sala consiliare di Palazzo Celio e il cimitero ebraico di piazzale Soccorso, le celebrazioni della Giornata della Memoria.
Protagonista, nella sede della Provincia, Giorgio Cicogna, figlio di Lala Lubelska, ebrea polacca sopravvissuta ad Auschwitz, campo di concentramento dove conobbe l'uomo che poi sposò, Giancarlo Cicogna, uno dei cinque insigniti della medaglia d'onore.
Lala ha speso tutta la vita a raccontare gli orrori della deportazione, tante volte anche nelle scuole.
Un racconto emozionante, intenso, struggente e tragico da far accapponare la pelle.
Giorgio Cicogna, accompagnato dai tre figli Rachele, Guido e Micol, porta avanti il monito dei suoi genitori, raccontando a propria volta, la sofferenza vissuta dalla madre. Una storia segnata dagli orrori con il lieto fine di veder sbocciare un'amore così forte da superare le tremende atrocità subite.
«Ricordare, mantenere viva la memoria è un atto concreto, un gesto fondamentale - ha commentato il presidente della Provincia Marco Trombini al termine della condivisa testimonianza di Cicogna -. Quando si guarda al passato si corre il rischio che i ricordi sfumino, si perdano mentre quelle terribili esperienze ci devono aiutare ogni giorno a costruire il futuro, senza atrocità, con l'impegno di tutti».
Nella sala consiliare di Palazzo Celio gremita, era presente anche un ex internato Cesare Gottardi, classe 1924. In platea oltre ai rappresentanti di Provincia, Comune e prefettura, anche gli esponenti della Comunità ebraica di Padova, dell'Archivio di stato e l'associazione "Il Fiume".
Il direttore dell'Archivio Luigi Contegiacomo ha letto alcuni scritti di deportati nei lager, prima dell'intervento di Aharon Locci, rabbino capo della Comunità ebraica di Padova.
Allo sterminio degli ebrei si affiancarono i drammi vissuti da molti italiani, civili e militari, anch'essi internati nei campi tedeschi e Polacchi sottoposti a lavoro coatto per l'economia di guerra.
Il prefetto Francesco Provolo ha consegnato cinque di medaglie d'onore ad altrettanti polesani deportati: Cesare Gottardi, i familiari di Aldo Sbicego, Giancarlo Cicogna, Pasquale Stocco, Agedore Lora e Umberto Zecchini.

La commemorazione è poi proseguita con la deposizione delle corone al cimitero ebraico e alla lapide all'ex ghetto di via X luglio.
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Il Gazzettino