L'ODISSEABELLUNO Il testimone detenuto in Albania va sentito per rogatoria. Il processo bis per la morte in cantiere del 29enne albanese Florenc Plaku, deceduto dopo una caduta di...
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BELLUNO Il testimone detenuto in Albania va sentito per rogatoria. Il processo bis per la morte in cantiere del 29enne albanese Florenc Plaku, deceduto dopo una caduta di otto metri nel condotto dell'aerazione che passava tutti quattro i piani del parcheggio interrato di via Caffi in città, si allunga ulteriormente. Il giudice Antonella Coniglio ieri ha disposto che il testimone chiave, detenuto in Albania per altre questioni, venga sentito dai magistrati locali. Una storia senza fine, quella del processo per omicidio che rischia di trascinarsi ancora a lungo. La nuova udienza è stata fissata per la prossima primavera. Alla sbarra c'è Bledar Arapi, avvocato Guido Galletti, sarebbe stato lui il preposto alla sicurezza del cantiere. Ieri si è conclusa con un nulla di fatto la nuova udienza di un processo che sembra non avere fine. Inizialmente, infatti, venne processato, condannato in primo grado e assolto in secondo, il titolare della De Cian Albino, Roberto De Cian, impresa che aveva in subappalto parte del cantiere alla ditta Arapi. Fu la Corte d'Appello ad indicare il nome dell'attuale imputato, cugino del titolare della ditta, Dritan Arapi, anche lui processato e assolto. Quel giorno Plaku, albanese, precipitò per otto metri lungo il condotto mentre lavorava al pilastro numero 70 del primo solaio interrato. Secondo l'accusa la bocca di lupo del condotto di aerazione non era stata coperta per intero.
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Il Gazzettino