L'INVESTIMENTO NEGRAR (VERONA) La sanità veneta prima nel Sud Europa a dotarsi

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L'INVESTIMENTONEGRAR (VERONA) La sanità veneta prima nel Sud Europa a dotarsi di un acceleratore lineare integrato con una risonanza magnetica a campo alto (1,5 Tesla) per la...

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L'INVESTIMENTO
NEGRAR (VERONA) La sanità veneta prima nel Sud Europa a dotarsi di un acceleratore lineare integrato con una risonanza magnetica a campo alto (1,5 Tesla) per la più moderna radioterapia di precisione antitumori. Il supermacchinario Mr-Linac Elekta Unit è stato inaugurato ieri all'ospedale Sacro Cuore di Negrar, nel Veronese, dove da agosto, ultimate le autorizzazioni da parte di ministero e Regione, entrerà in funzione. Prima attrezzatura del genere esistente in Italia e nel Sud Europa. Basti pensare che Madrid ne ha appena ordinata una alla società che la costruisce, la svedese Elekta, ma la potrà avere solo tra un anno e mezzo.

I COMMENTI
«Siamo di fronte ad un bisturi radioterapico, un sistema che unisce due apparecchiature, la risonanza magnetica e l'acceleratore lineare di ultima generazione, permettendo un salto in avanti enorme nella cura dei tumori - ha sottolineato il professor Filippo Alongi, 42 anni, direttore della Unità operativa complessa di Radioterapia oncologica avanzata del Sacro Cuore e professore associato all'Università di Brescia -. La radioterapia ha come obiettivo concentrare una dose di radiazione letale sul tumore, preservando le strutture sane circostanti. Ma fino ad oggi non è stato possibile vedere nel dettaglio la posizione degli organi del paziente durante il trattamento». «Ci sono voluti 10 anni di ricerche, la partnerchip di Philips, e la creazione di un consorzio di centri medici avanzati di livello mondiale come l'Utrecht Medical Center, per arrivare a questo macchinario», ha detto Michele Neirotti, amministratore delegato di Elekta, multinazionale fondata nel 1972 dal neurochirurgo svedese Lars Leksell. «Per noi questo non è semplicemente l'acquisto di un nuovo macchinario d'eccellenza, ma l'adesione a un grande progetto mondiale nella cura dei tumori - ha spiegato Mario Piccinini, amministratore delegato dell'ospedale di Negrar -. Con questa attrezzatura abbiamo investito in un piano di innovazione che proseguirà per sette-otto anni con continui aggiornamenti dell'Elekta Unit e che vale 9 milioni di euro». «Eleka Unity - conclude Alongi - consentirà trattamenti sempre più brevi riducendo il numero delle sedute da 39-40 a 3-5».
La Regione Veneto ha incaricato l'ospedale di Negrar di effettuare uno studio osservazionale di un anno su 230 pazienti che saranno selezionati secondo alcune patologie tumorali. L'ospedale ha realizzato la palazzina bunker dove è stato installato il macchinario e assunto quattro medici, uno dall'estero, per farlo funzionare.

Massimo Rossignati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino