L'INTESA PADOVA Accordo fatto, si potrà farsi il vaccino anche in farmacia.

L'INTESA PADOVA Accordo fatto, si potrà farsi il vaccino anche in farmacia.
L'INTESAPADOVA Accordo fatto, si potrà farsi il vaccino anche in farmacia. Ieri pomeriggio nell'ultimo incontro con la Regione sul tema c'era anche Patrizia Zennaro, presidente...

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L'INTESA
PADOVA Accordo fatto, si potrà farsi il vaccino anche in farmacia. Ieri pomeriggio nell'ultimo incontro con la Regione sul tema c'era anche Patrizia Zennaro, presidente dei titolari aderenti a Federfarma che a Padova rappresenta 217 farmacie su circa 280. «Probabilmente oggi ci sarà la firma mancano gli ultimi dettagli ma di sicuro vaccineremo con Moderna. Ci sono 30 dosi per farmacia a settimana.

Troppo difficile gestire Pfizer per via dei frigoriferi a bassissime temperature. «Non che con Moderna sia meno complicato. Il problema è che il vaccino in questi giorni è tutto requisito per le seconde dosi degli ex Astrazeneca. Dunque non potremo partire prima di metà luglio. Secondo aspetto. Non riusciamo a procurarci le siringhette tipo insulina, non si trovano. L'unica cosa è che siccome facciamo anche Johnson&Johnson questo potrebbe arrivare prima ma sarà destinato solo ai maggiori di 60 anni».
Altro punto delicato. Noi faremo l'ordine e i distributori dei farmaci andranno a prelevare il vaccino, già preparato, dalla farmacia dell'ospedale di Schiavonia. «Bisogna avere almeno 10 persone con l'anamnesi già completata in precedenza che vengano a vaccinarsi entro sei ore dall'arrivo. Questo comporta un' organizzazione capillare e molto tempo».
Anche per questo l'adesione alla chiamata della Regione di circa 90 farmacie aderenti all'associazione non è una percentuale altissima. «Guardi che ci vuole una sistemazione che non tutti possono avere. Dove mettere le persone che devono aspettare almeno 15 minuti dopo l'iniezione? E' quasi impossibile trovare gli spazi. Detto questo noi non ci siamo sottratti. Anche se allestire un punto vaccinale significa avere le bombole per l'ossigeno, preparare il cortisone, l'antistaminico iniettabile, l'adrenalina. Poi bisogna sanificare i locali fra un paziente e l'altro e cambiarsi il vestiario». Proprio per questo la Regione ha portato a 10,50 euro il compenso per iniezione (aggiungendo 4.50 euro ai 6 euro dell'accordo nazionale) con un bonus di 200 euro ogni 200 dosi effettuate.
Poi c'è il problema dei corsi. «Io non so quanti l'abbiano già concluso, so che non tutte lo hanno fatto». Per diventare vaccinatori, infatti, i farmacisti devono sottoporsi a un corso teorico di 16 ore con l'Istituto Superiore di Sanità, dopodiché devono fare pratica per quattro ore in uno dei punti vaccinali dell'Usl.

Tutto a posto con la piattaforma regionale? «In teoria sì, anche se bisogna stamparsi i moduli di adesione». Dentro c'è scritto ad esempio che bisogna mettere l'insegna e avere più di 40 metri quadrati di spazio. Conclusione. «Penso che eventualmente il nostro apporto sarà importante più avanti, in caso della somministrazione di una terza dose, quindi saremo centrali solo tra qualche mese, a partire da settembre-ottobre, quando verranno chiusi gli hub». A quel punto medici di base, pediatri e farmacisti saranno molto comodi dal punto di vista logistico per i cittadini.
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino