L'INTERVISTA VENEZIA Fiducia nel lavoro degli uffici giudiziari ma, soprattutto,

L'INTERVISTA VENEZIA Fiducia nel lavoro degli uffici giudiziari ma, soprattutto,
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L'INTERVISTA
VENEZIA Fiducia nel lavoro degli uffici giudiziari ma, soprattutto, certezza di aver sempre operato correttamente per la soluzione dei problemi e di averlo fatto in stretto collegamento con il Ministero degli Interni e l'Avvocatura dello Stato.

È con queste consapevolezze che il trevigiano Vittorio Zappalorto, ex prefetto di Gorizia e attuale prefetto di Venezia (città di cui è stato per un anno anche commissario straordinario dopo la fine della giunta Orsoni), affronta la complessa vicenda giudiziaria che lo vede indagato a Gorizia con l'ipotesi di accusa di concorso esterno in associazione a delinquere per vicende relative agli appalti e alla gestione del Centro di accoglienza per immigrati e richiedenti asilo di Gradisca d'Isonzo, in Friuli Venezia Giulia, una delle strutture di questi tipo più importanti d'Italia.
«È davvero difficile comprendere una iniziativa rivolta nei confronti di chi, divenuto prefetto di Gorizia nel 2014 e trovato il Cara (Centro di accoglienza richiedenti asilo, ndr) paralizzato da tempo da mille disfunzioni causate dalla precaria situazione economica del gestore, ha risolto, nella legalità e nella massima trasparenza, i problemi del Centro assicurando l'assistenza a centinaia di migranti e presidiando l'ordine pubblico messo a rischio senza i suoi interventi».
A parlare sono l'avvocato Daniele Grasso e l'avvocato Marco Cappelletto, i due legali veneziani che l'attuale prefetto della città lagunare, ha nominato come suoi difensori.
«Ancor più paradossale - proseguono Grasso e Cappelletto - è l'addebito di omesso controllo rivolto a chi istituì in Prefettura un Nucleo di Monitoraggio, attivo per tutto l'anno e mezzo della sua permanenza in città e competente sul controllo e le ispezioni del Centro, e che ha irrogato nei confronti del gestore rilevanti penali dopo avergli indirizzato contestazioni e prescrizioni».
Quali sono state le iniziative adottate dal prefetto Zappalorto per risolvere le problematiche del Centro di accoglienza di Gorizia?
«L'allora prefetto di Gorizia ha risolto una situazione di diffusa inefficienza con il supporto costante dell'Avvocatura dello Stato di Trieste e del Ministero dell'Interno, negoziando, ancor prima della scadenza del contratto, una transazione con il gestore per sostituirlo con uno nuovo ancora oggi in attività. È davvero paradossale pensare che il prefetto, in una situazione oltretutto già attenzionata dalla Procura di Gorizia che ha poi indagato 39 persone, abbia agito a favore di chi lui stesso ha estromesso con l'assistenza degli organi dello Stato».
Come si spiega allora questa iniziativa anche nei confronti di Zappalorto?
«Il prefetto ripone la massima fiducia nella ponderazione degli uffici giudiziari ed è del tutto sereno perché questo amaro episodio si chiarirà quanto prima»
Ma le accuse rivolte al prefetto Zappalorto sotto piuttosto gravi.

«La sua storia personale ed istituzionale ed i risultati che ha ovunque raggiunto si commentano da soli e sono una importante ipoteca sulla positiva conclusione della vicenda».
Lil.Ab.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino