L'INTERVENTO PADOVA In macchina con sé aveva il panetto di hashish, la dose

L'INTERVENTO PADOVA In macchina con sé aveva il panetto di hashish, la dose
L'INTERVENTOPADOVA In macchina con sé aveva il panetto di hashish, la dose di cocaina e il figlioletto di dieci anni. Era appena stata ad acquistare la droga e guidava...

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L'INTERVENTO
PADOVA In macchina con sé aveva il panetto di hashish, la dose di cocaina e il figlioletto di dieci anni. Era appena stata ad acquistare la droga e guidava tranquillamente portando sia lo stupefacente che il bambino. Una donna di trentacinque anni, residente in un comune veneziano della Riviera del Brenta vicino al confine con Padova, è stata fermata e scoperta dagli agenti della Polizia locale in borghese. Viaggiava a bordo di un autocarro (dove non avrebbe potuto sedersi il minore) ed era appena stata notata mentre parlava con uno spacciatore nordafricano.

I SOSPETTI
Giovedì pomeriggio, zona Pontevigodarzere. Gli agenti in borghese del reparto di Polizia giudiziaria notano un autocarro che si muove a lenta andatura vicino alla chiesa di San Giovanni Battista, prima di imboccare via Zanon e fermarsi vicino ad un giovane straniero. I vigili vedono tutto. Il dialogo tra acquirente e pusher, ma anche il passaggio di mano: da una parte due involucri, dall'altra una banconota. Poi i due si allontanano. È a questo punto che gli agenti motociclisti, a bordo di un mezzo senza insegne, entrano in azione. Seguono l'autocarro, invitano la donna a fermarsi e restano basiti quando trovano all'interno anche il bambino. La donna non oppone resistenza. Consegna le dosi di hashish e di cocaina e segue gli agenti al comando, mentre sul posto viene chiamato il padre del piccolo per prendersene cura.
LE CONSEGUENZE
La sostanza stupefacente è stata sequestrata, la patente di guida ritirata e il veicolo sottoposto a fermo amministrativo proprio perché non poteva trasportare il minore. Del fatto sono stati informati la Procura di Padova, quella del Tribunale per i Minorenni di Venezia e i servizi sociali del Comune della Riviera del Brenta. Sono in corso indagini a carico dello spacciatore.
IL COMUNE
«Sono sconvolto da questa situazione - commenta l'assessore Diego Bonavina, da poche settimane delegato anche alla Sicurezza - I micro-spacci sono molto diffusi e rappresentano un problema su cui dobbiamo lavorare tanto. Ora ci troviamo davanti alla situazione in cui era presente anche un bambino. Un bambino piccolo ma non troppo: a dieci anni ci si può tranquillamente rendere conto di quello che è successo. La mia idea è di fare molte iniziative mirate non solo nelle scuole superiori ma anche e soprattutto alle medie. È lì che si comincia ad avere percezione di e idea del mondo della droga. Bisogna fare prevenzione e anticipare l'intervento, oggi ne ho avuto la conferma. Il rischio è di trovarci ragazzini allo sbando. Bisognerebbe educare i genitori ma educhiamo almeno i ragazzini».

«Lo spaccio è la grande piaga di questa città» ripete da tre anni il sindaco Sergio Giordani. Lo sa bene ovviamente anche il comandante della Polizia locale Lorenzo Fontolan, che assicura: «Noi ci consideriamo in prima linea sullo spaccio di strada. Non è il fenomeno più massivo ma è quello più percepito dalla gente perché dà un segnale di insicurezza alla cittadinanza. È quello spaccio che capita nelle strade, nelle piazze, nei giardini pubblici. Davanti alle scuole e vicino a chiese, oratori e parrocchie. È quello spaccio che capita vicino signora che fa la spesa, al ragazzino che gioca in campetto, al bimbo che va a lezione. Anche in piena estate continuiamo la formazione: attualmente due unità cinofile sono al centro di addestramento di Ancona e per l'autunno avremo altre due unità cinofile antidroga. Vogliamo sottrarne agli spacciatori il più possibile».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino