L'indagine Demos pubblicata oggi conferma un trend oramai consolidato, per il Nord

L'indagine Demos pubblicata oggi conferma un trend oramai consolidato, per il Nord
L'indagine Demos pubblicata oggi conferma un trend oramai consolidato, per il Nord Est, soprattutto in fatto di raccolta differenziata. Veneto, Trentino-Alto Adige e...

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L'indagine Demos pubblicata oggi conferma un trend oramai consolidato, per il Nord Est, soprattutto in fatto di raccolta differenziata. Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, infatti, continuano a guidare la classifica italiana delle Regioni con più Comuni Ricicloni stilata da Legambiente, in cui la quota di raccolta differenziata supera l'80%: nessuna sorpresa, quindi, che il 78% dei nostri concittadini manifesti la propria soddisfazione per un sistema obiettivamente efficiente, grazie alla tariffazione puntuale e al servizio porta a porta. Eppure, questo non è e non deve essere un punto di arrivo. Bensì rappresentare un pungolo, per tutti gli stakeholder di riferimento (enti locali, consorzi, multiutility, cittadini, ma anche aziende e imprenditori), per intraprendere percorsi innovativi finalizzati ad una pluralità di obiettivi ambiziosi, ma realizzabili. Ne proponiamo tre: a) ridurre la produzione di rifiuto indifferenziato (quello che va in discarica: un onere economico, per la comunità, ma soprattutto un costo ambientale, in termini di inquinamento, siti di stoccaggio e ferite paesaggistiche); b) sensibilizzare comportamenti e consumi sostenibili; c) promuovere forme di economia circolare (anche locale). Sui primi due (almeno, in questo territorio), molto è stato fatto, anche se ovviamente sussistono margini di miglioramento. Sul terzo, esistono invece praterie da conquistare. E non è un caso che, tra le 6 missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (leggi: Recovery Plan) varato dal governo Draghi, compaia la Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, con quasi 70 miliardi di investimenti, compresi quelli per l'economia circolare. Di cosa si tratta? Nella descrizione che ne dà il Parlamento Europeo, è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali e prodotti esistenti per aumentare al massimo il ciclo di vita dei prodotti, riducendo conseguentemente al minimo i rifiuti. Parliamo di massimi sistemi? Niente affatto: molti dei nostri giovani laureati, si stanno focalizzando (anche fuori dall'Italia) proprio su questo tema. Per sensibilizzare, certo, ma anche per avviare nuove forme di imprenditorialità. Su questo, anche i Comuni, in sinergia con le multiutility che gestiscono il ciclo dei rifiuti (in loro nome e conto, quasi sempre, e con utili da reinvestire, spesso), possono dare un contributo essenziale. Il Nord Est, forte della sua esperienza in materia, può rappresentare una leadership capace di affrontare queste nuove sfide. E non solo in campo ambientale, ma anche imprenditoriale. Perché sostenibilità ambientale non ha a che fare solo con la salute - nostra e del pianeta che ci ospita - ma anche con l'innovazione e la competitività delle nostre imprese. Un'opportunità per tutta l'area da non sottovalutare. E soprattutto: da non sprecare.

*Coordinatore Unione Comuni Marca Occidentale
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Il Gazzettino