L'INDAGINE BELLUNO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne la vasta

L'INDAGINE BELLUNO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne la vasta
L'INDAGINEBELLUNO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne la vasta operazione antidroga dei carabinieri di Conegliano che hanno sgominato un grosso giro di spaccio di...

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L'INDAGINE
BELLUNO È partita dal tentativo di suicidio di un 25enne la vasta operazione antidroga dei carabinieri di Conegliano che hanno sgominato un grosso giro di spaccio di cocaina, con ramificazioni nel Bellunese. Nel giorno della festa della loro patrona, la Virgo Fidelis, i carabinier hanno arrestato tre spacciatori con un giro d'affari di circa 150mila euro all'anno. Tra i clienti studenti, imprenditori e liberi professionisti delle province di Treviso, Belluno e Pordenone. 130 le persone segnalate in quanto assuntori. A finire in manette, tre nigeriani di 24, 27 e 29 anni, residenti a Conegliano, con regolare permesso di soggiorno, due con precedenti e due dei quali con famiglia.

WHITHE RIVER
Così i militari dell'Arma hanno chiamata operazione perché i pusher incontravano i clienti principalmente sulle rive del Monticano, spostandosi in bici o a piedi. Tutto era nato verso la fine dello scorso anno quando i militari intervennero per il tentativo di suicidio di un ragazzo di 25 anni, residente nel Coneglianese. Fortunatamente il giovane non riuscì nel suo intento e, seppure indirettamente, offrì lo spunto ai carabinieri per dare l'avvio alle indagini. Nel corso del sopralluogo furono rinvenuti infatti pochi grammi di cocaina di cui il 25enne faceva uso in quel periodo sofferente della sua vita. Mossi dal desiderio di dare almeno una risposta alla famiglia già provata dall'accaduto, i carabinieri avviarono l'indagine si misero alla caccia dello spacciatore, attraverso il controllo dei tabulati telefonici del cellulare del ragazzo e, da un numero composto poche ore prima del tentativo di suicidio, è partita l'intera operazione.
GLI APPOSTAMENTI

Quell'intuizione ha permesso di ricostruire la rete dello spaccio e di sgominare la banda di nigeriani. All'inizio con pedinamenti e osservazioni, per poi passare alle intercettazioni telefoniche e all'utilizzo di tecniche più sofisticate per individuare spacciatori e anche i clienti. Il quadro delle indagini si è chiuso mercoledì sera con le perquisizioni nelle abitazioni dei tre soggetti, che costituivano a tutti gli effetti un sodalizio criminale, e in un negozio etnico in cui erano soliti ritrovarsi. Locale che comunque è risultato estraneo alla vicenda. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 20 grammi di sostanza stupefacente in dosi già pronte per lo smercio oltre a polvere da taglio, un bilancino, alcuni telefoni, carte di credito prepagate e 5mila euro in contanti frutto dell'attività di spaccio. Nel corso dei pedinamenti sono state sequestrate circa 60 dosi ai clienti che di volta in volta venivano fermati. Sono state segnalate 130 persone, molte bellunesi, in quanto assuntori della sostanza stupefacente. Un grosso giro di clienti, di diverse fasce d'età, composto da studenti, imprenditori e liberi professionisti che staccavano dal lavoro e prima di tornare a casa la sera passavano dal pusher. Bastava un colpo di telefono per accordarsi. Telefonate esplicite, nelle quali non facevano nemmeno lo sforzo di parlare in codice.
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Il Gazzettino