L'INCONTRO VENEZIA Per far vivere Venezia bisogna riprendere a progettare il

L'INCONTRO VENEZIA Per far vivere Venezia bisogna riprendere a progettare il
L'INCONTROVENEZIA Per far vivere Venezia bisogna riprendere a progettare il centro storico ponendo al centro la residenza, l'artigianato, il piccolo commercio, le attività...

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L'INCONTRO
VENEZIA Per far vivere Venezia bisogna riprendere a progettare il centro storico ponendo al centro la residenza, l'artigianato, il piccolo commercio, le attività tradizionali e l'innovazione. Portare nuovi abitanti per riportare le attività artigiane. È questo l'invito che Confartigianato Venezia ha fatto ieri all'Ateneo Veneto al dibattito Sappiamo dove va Venezia? Quel che resta della città d'acqua e del suo artigianato.

Negli ultimi 40 anni il numero dei residenti e delle imprese artigiane a Venezia si è dimezzato: nel 1976 gli abitanti erano 102 mila e 2.207 le imprese artigiane; oggi con il crollo demografico si registrano meno di 54 mila abitanti e gli artigiani sono 1.087. Dal 2003, con l'eliminazione dei vincoli al cambio di destinazione d'uso degli immobili, è esplosa l'offerta di strutture a uso turistico, che sono passate da 5.155 (2003) a 25.301 (2017). In questo stesso anno l'offerta extra alberghiera ha superato quella alberghiera (18.384). Anche gli esercizi pubblici sono esplosi, con una crescita del 38% in 10 anni. «Analizzando i dati del nostro studio Ariffaraffa pubblicato da La Toletta edizioni ha affermato Enrico Vettore, responsabile Categorie Confartigianato imprese Venezia - senza sostenere il suo artigianato tipico, Venezia è stata fagocitata e omologata dal business universale del turismo, come una Disneyland qualunque. La città e la sua storia stanno inesorabilmente sparendo».
Il direttore di Confartigianato imprese Venezia, Gianni De Checchi, non ha risparmiato critiche ai tanti politici ed ex amministratori presenti, tra cui gli ex sindaci Ugo Bergamo e Giorgio Orsoni. «Il problema non è da poco, c'è in ballo la difesa di una città unica al mondo ha detto De Checchi - La progressiva svendita a un turismo fuori controllo è colpa di una serie di amministrazioni miopi e incapaci di fare quello per cui sono state elette. I signori delle rendite, appoggiati dai politici, hanno giocato la loro partita a danno di tutti, pensando solo all'incasso di oggi e non alla città di domani».
Confartigianato Venezia chiede una politica organica del territorio con al centro la residenzialità; un tavolo permanente con le categorie per rivedere le norme di riassetto commerciale dei centri storici; una riduzione dei canoni dei laboratori artigiani, con accordi con i proprietari e sgravi sulle imposte a chi affitta a canone calmierato; nuove aree da dedicare all'artigianato; la creazione di reti di impresa. Così come chiede una regolamentazione del turismo, con prenotazione obbligatoria della visita e una politica che combatta l'escursionismo.

Daniela Ghio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino