Sesso, bugie e ricatti, ce ne sarebbe per la trama di un film. Se non fosse che su Francesca Immacolata Chaouqui, pierre italiana prestata alla Santa Sede, hanno indagato tre...
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Un ricatto bello e buono, anche perché Chaouqui in cambio del suo silenzio pretendeva che Paolo Berlusconi mandasse via da Il Giornale, di cui è proprietario, il vaticanista Fabio Marchese Ragona, che aveva avuto l'unica colpa di scrivere articoli molto critici nei suoi confronti. Il giornalista è stato tenuto in naftalina, e solo ora ha ripreso a occuparsi di Papa e Vaticano. Il suo editore si ritrova anche lui iscritto sul registro degli indagati per induzione alla concussione, perché avrebbe avuto l'obbligo di denunciare.
Al centro del fascicolo romano c'è poi Corrado Lanino, marito della ex collaboratrice vaticana. Gli vengono contestate intrusioni nel computer dell'ex marito della compagna del giornalista Mario Benotti, funzionario di Palazzo Chigi che si è dimesso dopo lo scandalo. L'uomo voleva sapere aspetti privati e riservati, e Lanino, in quanto esperto informatico, avrebbe eseguito il controllo. L'inchiesta contiene anche una lunga informativa delle Fiamme Gialle, nella quale si parla di contatti con alcuni banchieri. D'altronde, le indagini partono proprio dal crac finanziario della diocesi di Terni e Narni guidata da monsignor Vincenzo Paglia. Gli investigatori iniziano ad ascoltare le conversazioni della lobbista con il presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, e il caso si allarga.
Di tutte queste accuse la giovane lobbista italo-marocchina non vuole proprio sentir parlare. Rilancia, si difende. E sul processo denominato Vatileaks annuncia battaglia contro quello che è stato il suo principale sostenitore, monsignor Vallejo Balda. Lunedì sarà interrogata, subito dopo toccherà all'alto prelato. I legali Giulia Bongiorno e Laura Sgrò hanno presentato una memoria nella quale vengono sollevati diversi aspetti. Il primo riguarda proprio il titolo di reato: l'associazione per delinquere per aver divulgato notizie segrete della Santa Sede. «È un reato contro la sicurezza dello Stato - spiega Bongiorno - quindi un reato politico. Per questo, Chaouqui avrebbe il diritto di essere processata in Italia».
Nel frattempo, la pierre e il monsignore se ne dicono di tutti i colori. E dalle mille pagine depositate esce fuori un rapporto decisamente borderline. A parlarne è lo stesso Vallejo Balda in un memoriale. Lo scambio di accuse tra i due passa dai rapporti carnali alle accuse di omosessualità. «Io non potevo cedere - scrive Balda - Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate. Mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio. Lei mi disse che apparteneva ai servizi segreti e che la sua unione con Corrado Lanino era di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un'altra donna, la sua vera moglie». Il monsignore mette anche per iscritto che Chaouqui lo aveva sedotto a Firenze il 28 dicembre 2014.
C. M.
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Il Gazzettino