L'inchiesta di Terni: «Vatileaks, Chaouqui ricattava i Berlusconi»

Lunedì 14 Dicembre 2015
L'inchiesta di Terni: «Vatileaks, Chaouqui ricattava i Berlusconi»
Sesso, bugie e ricatti, ce ne sarebbe per la trama di un film. Se non fosse che su Francesca Immacolata Chaouqui, pierre italiana prestata alla Santa Sede, hanno indagato tre procure: quella vaticana, quella di Terni, e ora quella di Roma. La signora minaccia querele, si difende sostenendo che le storie torbide tra lei e monsignor Vallejo Balda, “correo” nel processo Vatileaks, sono impossibili «viste le sue diverse tendenze sessuali». Anche se ora a procurarle qualche rogna in più è il fascicolo approdato a piazzale Clodio, dove Chaouqui è stata iscritta insieme con il marito Corrado Lanino, per induzione alla concussione. L'esuberante lobbista avrebbe ricattato addirittura i fratelli Berlusconi, Paolo e Silvio. Stando agli atti, infatti, la signora avrebbe minacciato Paolo Berlusconi di far uscire notizie riservate sul famoso fratello riguardo ad alcuni conti allo Ior. O meglio, avrebbe fatto in modo di far accettare le richieste di rogatoria inoltrate in Vaticano dalla procura di Milano, nelle quali i pm lombardi chiedevano chiarimenti su conti correnti che l'ex premier avrebbe avuto nella banca Oltretevere.
Un ricatto bello e buono, anche perché Chaouqui in cambio del suo silenzio pretendeva che Paolo Berlusconi mandasse via da Il Giornale, di cui è proprietario, il vaticanista Fabio Marchese Ragona, che aveva avuto l'unica colpa di scrivere articoli molto critici nei suoi confronti. Il giornalista è stato tenuto “in naftalina”, e solo ora ha ripreso a occuparsi di Papa e Vaticano. Il suo editore si ritrova anche lui iscritto sul registro degli indagati per induzione alla concussione, perché avrebbe avuto l'obbligo di denunciare.
Al centro del fascicolo romano c'è poi Corrado Lanino, marito della ex collaboratrice vaticana. Gli vengono contestate intrusioni nel computer dell'ex marito della compagna del giornalista Mario Benotti, funzionario di Palazzo Chigi che si è dimesso dopo lo scandalo. L'uomo voleva sapere aspetti privati e riservati, e Lanino, in quanto esperto informatico, avrebbe eseguito il controllo. L'inchiesta contiene anche una lunga informativa delle Fiamme Gialle, nella quale si parla di contatti con alcuni banchieri. D'altronde, le indagini partono proprio dal crac finanziario della diocesi di Terni e Narni guidata da monsignor Vincenzo Paglia. Gli investigatori iniziano ad ascoltare le conversazioni della lobbista con il presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, e il caso si allarga.
Di tutte queste accuse la giovane lobbista italo-marocchina non vuole proprio sentir parlare. Rilancia, si difende. E sul processo denominato Vatileaks annuncia battaglia contro quello che è stato il suo principale sostenitore, monsignor Vallejo Balda. Lunedì sarà interrogata, subito dopo toccherà all'alto prelato. I legali Giulia Bongiorno e Laura Sgrò hanno presentato una memoria nella quale vengono sollevati diversi aspetti. Il primo riguarda proprio il titolo di reato: l'associazione per delinquere per aver divulgato notizie segrete della Santa Sede. «È un reato contro la sicurezza dello Stato - spiega Bongiorno - quindi un reato politico. Per questo, Chaouqui avrebbe il diritto di essere processata in Italia».
Nel frattempo, la pierre e il monsignore se ne dicono di tutti i colori. E dalle mille pagine depositate esce fuori un rapporto decisamente “borderline”. A parlarne è lo stesso Vallejo Balda in un memoriale. Lo scambio di accuse tra i due passa dai rapporti carnali alle accuse di omosessualità. «Io non potevo cedere - scrive Balda - Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate. Mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio. Lei mi disse che apparteneva ai servizi segreti e che la sua unione con Corrado Lanino era di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un'altra donna, la sua vera moglie». Il monsignore mette anche per iscritto che Chaouqui lo aveva sedotto a Firenze il 28 dicembre 2014.
C. M.

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