Un terremoto. Il crollo delle azioni a 10 centesimi di Popolare Vicenza e Veneto Banca è stato peggio del Vajont, una "catastrofe finanziaria" con perdite stimate tra i 10 e i 20...
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Le stime di questo crollo epocale emergono dalla relazione finale consegnata dai professori dell'università di Venezia Ca' Foscari Monica Billio, Marcella Lucchetta e Alberto Urbani alla Commissione di inchiesta sui gravi fatti riguardanti il sistema bancario veneto promossa dal Consiglio regionale del Veneto e presieduta da Maurizio Conte.
Il rapporto propone delle azioni immediate per non far affondare una grossa fetta delle imprese venete a partire da un'estensione del mandato della finanziaria Veneto Sviluppo per creare un fondo con i confidi e l'utilizzo di fondi di garanzia per il supporto di finanziamenti d'impresa per il capitale circolante, cioè per dare nuova benzina al motore delle aziende, soprattutto alle piccole e medie. Bisogna agire in fretta, fanno capire i tecnici di Ca' Foscari, perché si è di fronte a una "calamità economica". Sul breve e medio periodo si possono attivare anche strumenti finanziari già esistenti come cambiali finanziarie e minibond. Ma anche controparti come Banca europea degli investimenti e il Fondo europeo degli investimenti. In più si dovrebbe avviare una capillare azione di informazione ed educazione finanziaria tra i cittadini, anche nelle scuole.
Proprio come una scossa tellurica, il crollo delle due ex Popolari è arrivato senza preavviso. Il 4 dicembre del 2014 l'allora presidente di Popolare Vicenza Gianni Zonin in una lettera, allegata al rapporto, ai suoi 119mila azionisti scriveva: «Dagli stress test a cui la Bce ha sottoposto i nostri bilanci siamo risultati una banca solida e fortemente patrimonializzata e che tale resterebbe anche di fronte a scenari macroeconomici ancora più avversi degli attuali». L'anno dopo il bilancio di BpVi si è chiuso con 1,4 miliardi di perdite, in maggio è entrato il fondo Atlante come azionista al 99,33% versando 1,5 miliardi ed evitando il crac (stessa sorte per Veneto Banca). E giovedì prossimo BpVi vedrà rivoluzionato completamente il suo cda con la nomina di Gianni Mion a presidente. Se ai terremoti naturali non c'è scampo, a quelli finanziari invece sì perché vengono creati dall'uomo.
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Il Gazzettino