L'INCHIESTA BELLUNO Reso famoso da Striscia la notizia, Riccardo Lampis, 75 anni,

L'INCHIESTA BELLUNO Reso famoso da Striscia la notizia, Riccardo Lampis, 75 anni,
L'INCHIESTABELLUNO Reso famoso da Striscia la notizia, Riccardo Lampis, 75 anni, marchigiano di Loreto, ingegnere elettronico, scrittore esperto di paranormale e soprattutto...

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L'INCHIESTA
BELLUNO Reso famoso da Striscia la notizia, Riccardo Lampis, 75 anni, marchigiano di Loreto, ingegnere elettronico, scrittore esperto di paranormale e soprattutto codificatore delle energie invisibili che permettono di comunicare senza parlare, ha fatto tappa anche a Belluno. Accusato del reato di spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, Lampis, dopo un primo tentativo in Svizzera nel 2014, finito però con l'arresto, aveva tentato di giocare le sue carte, anzi i suoi titoli di stato americani per un valore iperbolico di 500 milioni di dollari, sulla piazza di Belluno, terra di brava gente che, probabilmente nella sua testa, sarebbe stato facile ingannare. Invece, è stato scafato, prima dagli avvocati e dai commercialisti ai quali si era rivolto per il rientro del capitale, poi dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale.

Era il 20 giugno del 2016, quando venne fermato in città con addosso uno zainetto nel quale custodiva il malloppo, tutto in titoli di stato emessi nel 1934 dalla Federal Reserv Bank di Cleveland (Ohio) e con essi anche il microfilm che garantiva la presunta autenticità delle obbligazioni.
Con la sanatoria sul rientro dei capitali all'estero, in vigore nel 2016, Lampis aveva tentato la spericolata operazione rivolgendosi ad un avvocato di Belluno, subito insospettito da quell'incredibile richiesta, e poi ad un commercialista della città che al pari dell'avvocato non aveva mangiato la foglia. I carabinieri vengono subito informati su giorno e orario del successivo appuntamento con Lampis. Viene così fermato, denunciato. I titoli finiscono sotto sequestro. Una perizia accerterà poi che le obbligazioni made in Usa erano false. Chiaro che con quei titoli, scaduti peraltro nel 1964, Lampis tentava non tanto l'incasso quanto di farsene una sorta di credenziale per ottenere prestiti.
La storia è stata ricostruita ieri nei dettagli dal maggiore Marco Stabile e dal luogotenente Matteo Fratianni del Nucleo investigativo, mettendo in evidenza una volta di più la stoffa di certi personaggi che affollano il mondo delle truffe.
Il nastro, oppure il microfilm, deve essere riavvolto fino al momento in cui Lampis incontra quella che sarà poi sua moglie dalla quale riceverà in dote i 500 milioni di dollari in obbligazioni. Cifra che, nel 1934, era imponente visto che il debito pubblico all'epoca ammontava a 46 miliardi di dollari. La donna, secondo la sua versione, è figlia di una ammiraglio filippino che, non si sa come, venne in possesso di quei titoli che l'America emise per ottenere un prestito di guerra. Dalle Filippine? Pare di sì. Di mezzo ci sono anche altre garanzie, sempre mirabolanti, pari a 7500 tonnellate metriche in oro.
La vicenda Lampis riporta alla mente un primo grande sequestro di T-bond Usa fatto nel 2012 dalla procura di Potenza all'interno del quale si incrociavano usura e mafia. Vennero infatti rinvenute tre casse siglate Federal Reserve Chicago all'interno delle quali c'erano 6mila titoli americani al portatore datati 1934 del valore di 1 miliardo di dollari l'uno.

Intanto Lampis ha mollato gli ormeggi e pare sia nelle Filippine. Il processo può pure continuare.
Lauredana Marsiglia
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Il Gazzettino