Il mondo dell'impresa è preoccupato dallo stop alle riforme, dall'instabilità che deriva dalla vittoria del no e dalle dimissioni del premier Matteo Renzi. Una preoccupazione,...
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«C'è stato uno schieramento istituzionale da parte dei vertici di Confindustria per il sì - ricorda -, coerente con il sentire di chi ogni giorno si trova a competere sui mercati internazionali e soffre per la mancanza di competitività del nostro Paese, per la mancanza di riforme e di un piano industriale sensato che il Governo Renzi stava cominciando ad avviare. Resta da capire che fine faranno oggi l'Industria 4.0, la digitalizzazione e tutti gli argomenti per le nostre aziende fondamentali. Per noi questi sono giorni persi - continua -, e lo saranno i prossimi mesi. In attesa di capire cosa si deve fare, nel frattempo tutto si fermerà e si dovranno fare i conti con le incognite che certo non giovano agli investimenti, né a quelli degli italiani, né a quelli esteri».
Quindi? «Si tratta - per Correzzola - di considerazioni slegate da qualsiasi giudizio politico. C'erano riforme in atto, che questo Governo stava portando avanti, pur fra mille difficoltà. Adesso ci siamo fermati, ed è uno stop che non fa bene a chi ogni giorno deve correre a mille».
Il tema dell'esito referendario è stato toccato anche dal presidente provinciale di Unindustria, Michelangelo Agrusti, nel suo saluto in apertura d'assemblea: «Si è tirato il freno, e ci ritroviamo improvvisamente a misurarci con un'Italia che è lenta. Capiamo qual è la fatica di cambiare. Come nelle aziende, i passaggi generazionali devono essere razionali e organizzati attraverso la convivenza, per un certo periodo, fra novità ed esperienza. Una delle lezioni che ci viene da questo risultato è esattamente questa: non basta avere ragione, bisogna farsela dare, e per riuscirci occorre essere inclusivi. Il detto tanti nemici, tanto onore porta necessariamente a piazzale Loreto».
Il tema scelto per l'assemblea, Valori di transizione e di transazione come ha spiegato la presidente, nasce perché «i giovani industriali, portatori sani dell'innovazione con cui contaminare le imprese, sono in prima linea nell'affrontare la sfida per la trasformazione. Questa è la nostra identità più caratteristica». Quanto all'impegno in associazione, oltre alla naturale crescita personale e professionale di chi la frequenta, si estrinseca pure «in nuovi progetti di crescita integrata al territorio con scuole e Asl, con l'avvio di nuove relazioni industriali networking regionale e nazionale, altre associazioni di categoria, ridefinizione del concetto di lobby e, non da ultimo, con il sostegno alle aziende e ai progetti di startup».
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Il Gazzettino