L'impresa si preoccupa: «Instabilità pericolosa»

Martedì 6 Dicembre 2016
L'impresa si preoccupa: «Instabilità pericolosa»
Il mondo dell'impresa è preoccupato dallo stop alle riforme, dall'instabilità che deriva dalla vittoria del no e dalle dimissioni del premier Matteo Renzi. Una preoccupazione, del resto, in linea con la presa di posizione dell'associazione di categoria, che si era schierata per il sì, al pari d'importanti esponenti del mondo aziendale, sia in regione che in Italia. Presente solamente attraverso un collegamento via skype il presidente nazionale del Gruppo giovani di Confindustria Marco Gay, tocca alla presidente provinciale Lia Correzzola, al debutto in questo ruolo in assemblea, dare voce ai timori dell'imprenditoria giovanile.
«C'è stato uno schieramento istituzionale da parte dei vertici di Confindustria per il sì - ricorda -, coerente con il sentire di chi ogni giorno si trova a competere sui mercati internazionali e soffre per la mancanza di competitività del nostro Paese, per la mancanza di riforme e di un piano industriale sensato che il Governo Renzi stava cominciando ad avviare. Resta da capire che fine faranno oggi l'Industria 4.0, la digitalizzazione e tutti gli argomenti per le nostre aziende fondamentali. Per noi questi sono giorni persi - continua -, e lo saranno i prossimi mesi. In attesa di capire cosa si deve fare, nel frattempo tutto si fermerà e si dovranno fare i conti con le incognite che certo non giovano agli investimenti, né a quelli degli italiani, né a quelli esteri».
Quindi? «Si tratta - per Correzzola - di considerazioni slegate da qualsiasi giudizio politico. C'erano riforme in atto, che questo Governo stava portando avanti, pur fra mille difficoltà. Adesso ci siamo fermati, ed è uno stop che non fa bene a chi ogni giorno deve correre a mille».
Il tema dell'esito referendario è stato toccato anche dal presidente provinciale di Unindustria, Michelangelo Agrusti, nel suo saluto in apertura d'assemblea: «Si è tirato il freno, e ci ritroviamo improvvisamente a misurarci con un'Italia che è lenta. Capiamo qual è la fatica di cambiare. Come nelle aziende, i passaggi generazionali devono essere razionali e organizzati attraverso la convivenza, per un certo periodo, fra novità ed esperienza. Una delle lezioni che ci viene da questo risultato è esattamente questa: non basta avere ragione, bisogna farsela dare, e per riuscirci occorre essere inclusivi. Il detto tanti nemici, tanto onore porta necessariamente a piazzale Loreto».
Il tema scelto per l'assemblea, Valori di transizione e di transazione come ha spiegato la presidente, nasce perché «i giovani industriali, portatori sani dell'innovazione con cui contaminare le imprese, sono in prima linea nell'affrontare la sfida per la trasformazione. Questa è la nostra identità più caratteristica». Quanto all'impegno in associazione, oltre alla naturale crescita personale e professionale di chi la frequenta, si estrinseca pure «in nuovi progetti di crescita integrata al territorio con scuole e Asl, con l'avvio di nuove relazioni industriali networking regionale e nazionale, altre associazioni di categoria, ridefinizione del concetto di lobby e, non da ultimo, con il sostegno alle aziende e ai progetti di startup».
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