L'immagine di unità nasconde crepe profonde. Gli attentati di Barcellona e Cambrils hanno reso urgente la necessità di coesione in Spagna. I partiti hanno serrato le fila, ma...
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Già all'indomani degli attacchi, la foto del re Felipe, del premier Rajoy, Puidgemont e della Colau, con la forza simbolica di compattezza istituzionale nel momento del cordoglio, era stata contestata come strumentale dai settori più radicali dell'indipendentismo. E, mentre Puidgemont poneva in valore la collaborazione delle istituzioni dello Stato, avvertiva anche che gli attacchi non alterano la road map secessionista, con il referendum unilaterale previsto per il 1º ottobre. Separazione di fatto, unità solo a parole, come rilevano molti editoriali, se perfino le vittime oriunde degli attacchi sono state divise dal conseller agli interni del governo catalano, Joquin Forn, in tre catalane e tre spagnole.
In un momento cruciale delle relazioni fra Madrid e Barcellona, più logorate che mai, gli attentati hanno costretto a una tregua, ma non alla fine delle ostilità.
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Il Gazzettino