L'ex assessore mette in guardia «No a una conta fratricida»

L'ex assessore mette in guardia «No a una conta fratricida»
TREVISO - (P. Cal.) La voce fuori da quel coro che reclama a gran voce le primarie è di Giovanni De Piccoli. Per due mandati è stato assessore al sociale a Trevignano e...

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TREVISO - (P. Cal.) La voce fuori da quel coro che reclama a gran voce le primarie è di Giovanni De Piccoli. Per due mandati è stato assessore al sociale a Trevignano e premette: «Ho messo in pratica il principio che un amministratore, dopo al massimo due giri, deve farsi da parte». Giovedì sera, mentre si ripetevano gli interventi di chi reclamava il diritto dei cittadini di scegliere in un crescendo di tensione, lui si è alzato in piedi ed è andato controcorrente. Uno dei pochi. Forse l'unico.

«Le primarie sono solo un strumento a nostra disposizione - ribadisce - e non bisogna utilizzarle per rese dei conti interne ma per dare un valore aggiunto all'elettorato. E poi, secondo me, hanno un senso se sono di coalizione dove ogni partito o movimento presenta il suo candidato e riassume una linea politica. In quel caso si sceglie. Hanno invece molto meno senso, anzi non servono proprio a niente, tra candidati espressione della stessa area o solo del Pd. Quale piattaforma si andrebbe a costruire per poi convincere gli elettori a votarci? Direi che bisognerebbe ragionare soprattutto su questi aspetti». De Piccoli, di fronte a un'assemblea un pò scettica anche se sotto sotto non sono poi così pochi quelli che la pensano come lui, ha portato anche un esempio: quanto accaduto in Piemonte. «Il Pd dovrebbe prendere in considerazione il metodo Piemonte - dice - dove c'è stato un confronto interno e poi si è individuato un candidato come Chiamparino che, non a caso, ha vinto. In Emilia invece, dove le primarie si sono fatte, non mi pare che si sia raggiunto un risultato così eccezionale». Il punto di vista dell'ex assessore è molto chiaro: «Non è questione di dire primarie sì o no - specifica - non ho nulla contro questo strumento che, però, è appunto solo uno strumento. Dovrebbero servire per compattare e non per dividere o, peggio, per fare delle conte interne. Devono avere invece una logica politica. Altrimenti si tradurrebbero solo in una fonte di profonda debolezza». E, visto che già si stanno mobilitando gli schieramenti pro o contro la Moretti o la Rubinato, le parole di De Piccoli suonano come un monito: «Dobbiamo lavorare per fare una proposta alta al nostro elettorato e non perderci in conte che non servono a nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino