L'intervento di Pier Paolo Baretta pubblicato ieri dal Gazzettino, ampiamente condivisibile, anche da parte di chi sostiene un punto di vista politico di stampo opposto, o...
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Le entrate del Casinò e quelle della legge speciale hanno finora consentito al Comune di vivere al di sopra dei propri mezzi. È bastato qualche anno di crisi finanziaria per scoprire il trucco.
La legge speciale non garantisce più incassi extra ordinem e il Casinò va sempre peggio, come del resto tutti gli altri, e non solo in Italia. Baretta non dice come si deve affrontare il problema, forse dando per scontato che tutti i lettori siano a conoscenza del modo di venirne a capo. Ma anche se così fosse, e non è così, il fatto di dire chiaramente come stanno le cose contribuisce di per sé a porre sul tappeto i reali termini del problema.
Il Comune ha troppo personale dipendente e mantiene un sistema di assistenza sociale eccessivo rispetto alle entrate ordinarie. È purtroppo qui che si deve intervenire. Non si deve licenziare nessuno, ma programmare seriamente lo snellimento del peso dei dipendenti, lavorando sui pensionamenti e sulle riassunzioni.
Gli interventi assistenziali vanno ridotti, e non solo quelli, in modo da renderli compatibili con le entrate. Non possiamo più permetterceli, questa è la verità inconfutabile, anche se nessuno vuole assumersi la responsabilità di affrontare il nodo.
Quanto alle entrate, nell'immediato non vedo alcun rimedio diverso dalla privatizzazione della Casa da Gioco che darebbe respiro al Comune per diversi anni. Questa iniziativa è stata già elaborata e decisa dal Consiglio Comunale in una contrastata e sofferta deliberazione. La maggioranza ha preso atto della proposta della Giunta, e, anche se con grande dispiacere, ha votato la privatizzazione. Personalmente sono convinto che anche il Commissario possa darvi esecuzione, trattandosi ormai di un intervento politicamente valutato e deliberato dall'organo competente. In ogni altro caso sarà la più importante iniziativa del nuovo Consiglio. Forse è bene ricordare che in Consiglio si fronteggiavano due scuole di pensiero:a parte chi era contrario alla privatizzazione, più che altro per ragioni sentimentali, alcuni trovavano i prezzi troppo alti (chi scrive, tra questi), gli altri sostenevano che si poteva e si doveva ricavare di più.
La ragione della privatizzazione era proprio quella indirettamente sottolineata da Baretta: il Casinò va gestito da un privato, sperando che torni ad un ampio profitto, tanto più che non c'erano e non ci sono ancora vere alternative. Si può fare realisticamente dell'altro? Forse si.
Ad esempio, si potrebbe intervenire ancora sull'imposta di soggiorno estendendola ai turisti delle grandi navi. Probabilmente occorre una legge ad hoc, ma è il settore sul quale si può intervenire senza pesare troppo sui residenti. Se si dà corso ai citati interventi il sindaco, il prossimo sindaco, non sarà così sfortunato come si teme, e avrà il tempo di studiare e di programmare ulteriori interventi finanziari. Certo, è finito il tempo delle vacche grasse, ma nessuno ha detto, in nessuna epoca, che fare il sindaco debba essere necessariamente facile e comodo. L'importante è, o dovrebbe essere, operare bene nell'interesse della collettività.
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Il Gazzettino