L'ARRESTO LADRO DI BICI ALLA STAZIONE: PRESO ED ESPULSO Aveva posteggiato

L'ARRESTO LADRO DI BICI ALLA STAZIONE: PRESO ED ESPULSO Aveva posteggiato
L'ARRESTOLADRO DI BICI ALLA STAZIONE: PRESO ED ESPULSOAveva posteggiato la sua bici vicino alla stazione ma, tornata dal suo...

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L'ARRESTO
LADRO DI BICI

ALLA STAZIONE:
PRESO ED ESPULSO
Aveva posteggiato la sua bici vicino alla stazione ma, tornata dal suo viaggio, non l'ha più ritrovata. Dopo la denuncia della donna, gli agenti della polizia ferroviaria hanno passato al setaccio le immagini di videosorveglianza: hanno subito individuato un uomo che, con la bici appresso, saliva su un treno per Venezia. Aveva un marchio evidente e particolare sulla tasca posteriore dei pantaloni. E proprio quel marchio lo ha incastrato. Si perchè, poche ore dopo, grazie a quel dettaglio, è stato individuato e fermato dai poliziotti. E, messo alle strette, ha confessato il furto.
Da accertamenti effettuati dall'Ufficio Immigrazione, lo straniero, un nigeriano di 28 anni, è risultato non in regola con le norme sull'immigrazione ed è stato espulso dal territorio nazionale.
LA SENTENZA
«QUEL CARABINIERE
MI HA AGGREDITO»
10 MESI PER FALSO
Dieci mesi di reclusione (con pena sospesa) per simulazione di reato e false dichiarazioni all'avvocato difensore. E' finito così il processo a carico di Michele Donadi, il dentista che nel 2015 aveva denunciato l'aggressione da parte di un carabiniere in borghese, che avrebbe preso a calci l'auto a seguito di un battibecco con il medico. Una versione dei fatti, quella riferita da Donadi, che non era veritiera ma di cui il dentista avrebbe convinto anche il proprio avvocato, spacciandogli per vera la testimonianza di una persona che invece non era neppure sul posto al momento dei fatti. Al contrario Donadi, proprio a seguito del diverbio, avrebbe dato un colpo di acceleratore e con uno dei pneumatici sarebbe passato sopra al piede del carabiniere, causando al militare lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. L'uomo è stato invece assolto dall'accusa di calunnia: aveva detto che al volante dell'auto c'era la moglie. Circostanze che la consorte non ha potuto né confermare né smentire, essendo irreperibile da tempo.
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Il Gazzettino