L'Alpe dice basta: «Siamo pronti a liquidare la società»

L'Alpe dice basta: «Siamo pronti a liquidare la società»
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IL CASO
BELLUNO Scatto d'orgoglio dell'Alpe del Nevegàl: «Se il Comune non acquisisce gli impianti, il 15 giugno indiremo l'assemblea del soci per mettere il liquidazione la società». Parole del presidente della srl, Maurizio Curti, invitato (insieme al direttore Piero Casagrande) alla Commissione speciale sul Nevegàl tenutasi ieri sera. Maria Filippin, che presiedeva la seduta ha commentato: «Sono preoccupata per la stagione invernale. Per quello che abbiamo potuto sentire dai rappresentanti della società, a bocce ferme, la stagione estiva non vedrà la seggiovia funzionare. Questo sulla base di ciò che ho sentito oggi. Ho sottolineato che ci vuole il massimo impegno da parte dell'amministrazione per fare in modo che non si perda la stagione invernale».

Filippin ha poi sollecitato il sindaco affinchè «il professionista che redigerà il piano di sostenibilità economica per la gestione degli impianti venga scelto quanto prima». Il sindaco Jacopo Massaro dice che sarà a breve. Durante la discussione, a tratti accesa, Franco Roccon (Civiltà bellunese, Liga veneta repubblica) ha chiesto cosa stesse facendo di concreto l'assessore al Turismo, Yuki d'Emilia, ovvero perchè per individuare il professionista non si sia proceduto con una «manifestazione di interesse», procedura più snella. Poi la proposta di Roccon è stata quella di attivare una navetta che sostituisca la seggiovia, qualora quest'ultima non venga messa in funzione. Una riunione che è stata comunque caratterizzata dalle parole del presidente della srl, Maurizio Curti, infastidito dalle parole «del sindaco, quando dice che l'Alpe minaccia di non aprire. Come se ci giudicasse come dei bambini capricciosi. Se non si verrà ad un accordo, indiremo l'assemblea dei soci per mettere in liquidità la società».

Carte protocollate alla mano, Curti e Casagrande hanno fatto una cronistoria delle vicende della srl a partire dal 2018. C'è un protocollo d'intesa, arrivato alla sede della srl solo otto giorni fa, tra Comune e Alpe «che riportava erroneamente la data del 2022 e la Commissione, che affronta il tema, non ne sapeva nulla dice Curti -. L'accordo era che, entro il 20 maggio, si sarebbe dovuti arrivare all'acquisizione, invece i tempi che caratterizzano l'imprenditoria non sono quelli del pubblico - chiosa il presidente -: il giocattolo si è rotto». Infine la questione della clausola di riservatezza, chiesta dall'Alpe, alla quale Massaro attribuisce il motivo del ritardo, per cui si è arrivati alla ricerca del professionista per la relazione di sostenibilità economico finanziaria dell'operazione: «È clausola normale fa sapere Curti -, che un'azienda privata chiede quando fornisce dati suoi all'estero. È nella logica delle cose».
Federica Fant
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Il Gazzettino