INTER AVANTI NEL SILENZIO

INTER AVANTI NEL SILENZIO
STADIO DESERTOMILANO Una sgambata, con poca intensità, per il passaggio agli ottavi di finale di Europa League. L'Inter supera senza sforzo l'ostacolo Ludogorets, con il 2-1 del...

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STADIO DESERTO
MILANO Una sgambata, con poca intensità, per il passaggio agli ottavi di finale di Europa League. L'Inter supera senza sforzo l'ostacolo Ludogorets, con il 2-1 del ritorno che arriva nell'atmosfera surreale di San Siro senza pubblico, per l'emergenza coronavirus. L'allenamento, per i nerazzurri, risiede soprattutto in questo dettaglio: non sono tanto i minuti messi nelle gambe contro i bulgari ad aiutare in ottica campionato bensì l'acclimatarsi a un impatto ambientale molto particolare e che si riproporrà in casa della Juventus, nel match che rappresenta un ultimo treno per lo scudetto. Un match che verrà disputato a porte chiuse, un fattore che mai Antonio Conte si sarebbe atteso per il primo ritorno da avversario allo Stadium, impianto che inaugurò con tre scudetti in altrettante stagioni alla guida della Juve.

PORTE CHIUSE
Il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, ieri ha ribadito che non cambieranno i termini fissati dal decreto del Governo: «Se non intervengono nuovi provvedimenti a superare il decreto, la partita si giocherà domenica sera e senza pubblico» ha detto al termine di un incontro con prefetti, presidenti delle province e della regione. «Giocare a porte chiuse è una situazione forzata, ma come ha detto Andrea Agnelli la salute dei cittadini va salvaguardata e il decreto è valido fino a mezzanotte di domenica» è la risposta di Beppe Marotta, amministratore delegato interista e altro grande ex della sfida. «Accettiamo la situazione a malincuore, perché il pubblico è una componente fondamentale di una partita». La conferma alle parole di Marotta arriva dal campo, perché Inter-Ludogorets si gioca in un ambiente spettrale, di fronte a 500 persone tra staff, media e steward.
LA SVEGLIA

A risentirne è l'avvio dell'Inter, che ha bisogno di ricevere uno schiaffo, con lo 0-1 del 26', per uscire dal torpore. E dire che i bulgari sembrano venuti a San Siro soltanto per obbligo, terrorizzati dalla situazione del coronavirus tanto da presentarsi con le mascherine anche negli spogliatoi mentre a poca distanza viene riaperto il Duomo in una Milano che torna a respirare dopo che lo stesso pranzo Uefa tra le due dirigenze è saltato. Il Ludogorets si ritrova in vantaggio quasi per caso quando, dopo un lungo possesso palla, su cross di Cicinho, Cauly anticipa un Godin molle e batte Padelli. Qui l'Inter entra in gara e pareggia già al 31', quando sul sinistro di Biraghi ben servito da Eriksen la deviazione di Terziev inganna un Iliev poco attento. Il sorpasso arriva poco prima dell'intervallo con Lukaku: servito da Sanchez, il bomber colpisce di testa, Iliev respinge proprio sul corpo di Lukaku, che da terra di testa chissà quanto volontariamente segna in ribattuta. Nella ripresa, animata dai pali di Sanchez e Lukaku, Conte pensa a domenica, richiamando Barella lo stesso Lukaku. Oggi, oltre al nome dell'avversaria negli ottavi (12 e 19 marzo), l'Inter dovrebbe conoscere anche lo status di Handanovic: per il portiere sloveno è possibile il via libera immediato, a un mese dalla frattura alla mano.
Loris Drudi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino