Influenza, duemila vaccini ai più fragili

Influenza, duemila vaccini ai più fragili
PREVENZIONEROVIGO Vaccinarsi contro l'influenza, quest'anno, è particolarmente importante per meglio distinguere i sintomi del Covid. I vaccini, però, sono pochi anche per...

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PREVENZIONE
ROVIGO Vaccinarsi contro l'influenza, quest'anno, è particolarmente importante per meglio distinguere i sintomi del Covid. I vaccini, però, sono pochi anche per coprire le cosiddette categorie fragili, le farmacie del Veneto hanno dunque deciso di rinunciare alle dosi che stavano attendendo. Acquistare il vaccino in farmacia come forma di prevenzione nei confronti del virus stagionale che come sintomi assomiglia così tanto al temuto coronavirus, anche in Polesine non sarà dunque possibile. Ad annunciarlo, alla conclusione di una lunga riunione con Federfarma Veneto, Farmacie unite Veneto e Assofarm Veneto, è stato lo stesso assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin: «Grazie al grande senso di responsabilità delle organizzazioni dei farmacisti del Veneto, cui esprimo massima gratitudine, il sistema sanitario pubblico regionale potrà disporre di ulteriori 30mila dosi di vaccino influenzale».

LA DECISIONE
«Le dosi disponibili per le farmacie del Veneto erano poco più di una ventina per ognuna - spiega la presidente di Federfarma di Rovigo, nonché vice dell'associazione regionale Claudia Pietropoli - troppo poche rispetto alle richieste che avevamo registrato finora. Ne sarebbero servite almeno il doppio, se non il triplo. Anche molti genitori di bambini con età superiore ai 6 anni, infatti, in questi giorni si erano interessati per fare vaccinare i loro figli, in modo da meglio distinguere il Covid dal comune virus influenzale».
La Regione quest'anno ha acquistato un milione 320mila dosi, contro le circa 800mila dell'anno scorso, di queste 30mila, circa 20 per ciascuna delle 1.500 farmacie del Veneto. Troppo poche per soddisfare le tante richieste. Il ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio. I vaccini disponibili dall'estero non solo scarseggiano, ma hanno anche costi più alti. Le farmacie del Veneto hanno dunque rinunciato alle 30mila dosi che erano state destinate loro dalla Regione, per lasciarle alle categorie dei fragili in attesa della profilassi.
LE DOSI PREVISTE
In Polesine sarebbero dovute arrivare in questi giorni più di duemila dosi, distribuite in un centinaio di farmacie sparse in tutta la provincia, acquistabili con l'impegnativa del medico di base. Il vaccino è invece consigliato e dispensato gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale, tramite medici di famiglia e Ulss, a coloro che hanno compiuto 60 anni e ai bambini che hanno tra 6 mesi e 5 anni vaccinati dal pediatra. All'elenco si aggiungono coloro che hanno condizioni di salute che aumentano il rischio di complicanze o ricoveri da influenza (per esempio malattie croniche), i loro familiari e contatti, donne in gravidanza e post-partum, chi vive in residenze protette, alcune categorie di lavoratori particolarmente esposti alla malattia (come i medici) o addetti a servizi pubblici di primaria importanza quali vigili del fuoco e Forze dell'ordine. Quest'anno, tra le categorie a rischio, era stato inserito anche il personale che per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.

Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto, ha spiegato: «La Regione ci ha manifestato l'impossibilità di garantire alle farmacie l'aliquota di dosi di vaccino antinfluenzale analoga a quella consegnataci negli anni passati. Ancora una volta le farmacie venete hanno voluto dare un segnale di vicinanza alle fasce più deboli della popolazione in un momento in cui non vi sono vaccini per tutti».
Roberta Merlin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino