IN TRIBUNALE BELLUNO Il pubblico ministero Simone Marcon ha chiesto una condanna

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IN TRIBUNALEBELLUNO Il pubblico ministero Simone Marcon ha chiesto una condanna a cinque anni e sei mesi di carcere. La parte civile ha chiesto un risarcimento di venticinque mila...

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IN TRIBUNALE
BELLUNO Il pubblico ministero Simone Marcon ha chiesto una condanna a cinque anni e sei mesi di carcere. La parte civile ha chiesto un risarcimento di venticinque mila euro. Il difensore punta all'assoluzione. La presidente della Corte, Antonella Coniglio, ha rinviato per le repliche e la sentenza. Se ne riparla il 23 ottobre, anche se è probabile che l'udienza slitti ulteriormente per lo sciopero degli avvocati.

Ieri in aula è stato sentito l'imputato Saer Ngot Kikhoung, 46enne congolese, accusato di aver abusato ripetutamente di una 24enne ivoriana, arrivata nel 2014 e richiedente asilo. L'uomo, assistito dagli avvocati Antonio Prade e Domenico Carponi Schittar di Venezia ha spiegato che i rapporti dentro la loro abitazione sono sempre stati consensuali.
LE DOMANDE

«La relazione è iniziata a febbraio 2016 - ha spiegato alla Corte - una convivenza con rapporti intimi e consensuali. Non c'è stato nessun rapporto violento. Non ho mai chiesto soldi per l'affitto perché c'era un rapporto tra di noi, punto, l'ho conosciuta a dicembre 2015. A metà febbraio si è trasferita a casa mia. Aveva la sua camera. Lei faceva tirocinio alla buona tavola. È rimasta da me fino a metà maggio». È a questo punto che il Pubblico ministero, Marcon, le ha chiesto conto di uno degli episodi contestati quando, a febbraio di quell'anno, lui sarebbe entrato in bagno e l'avrebbe palpeggiata. «È vero che dopo essersi introdotto in bagno l'avrebbe palpeggiata e costretta ad un rapporto orale in corridoio?» «No è stato tutto consensuale» la replica dell'uomo. Lui, operaio alla Grandi Impianti, è chiamato a rispondere di violenza sessuale aggravata per i fatti avvenuti tra gennaio e aprile del 2017 nella sua casa di Belluno. Ieri era presente in aula, di fronte al Tribunale in composizione collegiale, seduto accanto ai suoi avvocati, Antonio Prade di Belluno e Domenico Carponi Schittar di Venezia. Dal banco dei testimoni ha sostenuto con forza che la relazione era consenziente. La donna si è costituita parte civile con l'avvocato Cristiana Riccitiello ed ha chiesto un risarcimento economico. A deporre in aula anche un'amica della presunta vittima oltre all'ex padrone dell'abitazione in cui abitava la coppia.
Andrea Zambenedetti
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Il Gazzettino