In piazza l'urlo antifascista

In piazza l'urlo antifascista
LA MANIFESTAZIONEBELLUNO Contro l'omofobia, contro la violenza sulle donne, contro il fascismo, contro il sessismo. La Belluno antifascista e attivista ha manifestato ieri...

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LA MANIFESTAZIONE
BELLUNO Contro l'omofobia, contro la violenza sulle donne, contro il fascismo, contro il sessismo. La Belluno antifascista e attivista ha manifestato ieri pomeriggio in piazza Mercato. L'invito lanciato dalla neo costituitasi Assemblea antifascista è stato accolto da una settantina di persone, in gran parte giovani. «Siamo qui come singoli cittadini antifascisti ha spiegato una di loro, Valentina Reolon -, non vogliamo sbandierare bandiere politiche ma siamo in piazza con il cuore, per dichiarare il nostro punto di vista e i nostri valori. Vogliamo affermare, anche dopo queste elezioni, come esistano bellunesi antifascisti e vogliano unità, stare insieme e condivisione». La giornata è stata il punto di partenza di un percorso nuovo, nato qualche settimana fa in seno alle assemblee feltrine organizzate dal PostAz e da Casa dei Beni Comuni. Un progetto destinato a proseguire, magari con nuove iniziative.

LE RAGAZZE

Ieri due ragazze, Chiara Reolon e Chiara Sacchet hanno salutato i presenti leggendo da un foglio quello che poteva essere il manifesto del presidio e dell'intera attività dell'Assemblea. «Chi manifesta per difendere una valle, i territori, i corsi d'acqua, quelli che considerano beni comuni da speculazioni edilizie e commerciali viene picchiato o indicato come violento hanno letto -. Sei un violento se combatti le economie selvagge e il neoliberismo. Al G8 di Amburgo due ragazzi, Fabio e Maria, vengono intrappolati in una kafkiana vicenda giudiziaria, che scoraggerebbe chiunque dal manifestare ancora. Eppure siamo qui. Non siamo né madri, né sorelle, né padri, né capi, né puttane, né violenti. Siamo donne e uomini. Siamo qui perché siamo antifascisti». Il pomeriggio è nato in risposta ai fatti di Macerata, a Casa Pound e alla violenza che il gruppo vede avanzare a falcate. Gli antifascisti hanno trascorso in piazza un paio di ore ascoltando i discorsi acclamati dai microfoni e la musica delle band, bevendo qualcosa e chiacchierando. Un primo tentativo di organizzare il presidio era stato il 4 marzo, ma allora in zona Cesarini il Comune aveva vietato la manifestazione per rispetto del silenzio elettorale.
Alessia Trentin
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Il Gazzettino