In occasione della discussione sulla Riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi avevo mandato una lettera a questo giornale nella quale chiedevo che i nostri parlamentari...
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Specialità intesa come sistema di regole e norme adatte ad una realtà così diversa da ogni altra città del mondo e da esenzioni fiscali in grado di compensare i maggiori costi di vita dei residenti e di gestione delle imprese.
D'altra parte anche a livello europeo alcune aree insulari hanno ottenuto riconoscimenti di specialità, ad esempio con importanti deroghe alla normativa sugli Aiuti di Stato. Sempre più spesso le associazioni che animano la vita politica di Venezia chiedono aiuto per la residenza e posti di lavoro per trattenere i giovani, anche per coloro che studiano nelle nostre Università.
Le risorse ci sono: basterebbe trattenere sul territorio insulare le risorse fiscali qui generate, il cosiddetto residuo fiscale, che a Venezia insulare è di circa 330 milioni di euro all'anno; anche in questo starebbe il riconoscimento della specialità di Venezia, l'utilizzo delle risorse dei contribuenti veneziani per risolvere i problemi della città, capendo che solo così si possono bilanciare i maggiori costi di vita. Perché quindi non votare coloro che si presenteranno alle prossime elezioni sulla base di questo chiaro programma?
Sappiamo che Venezia ha pochi rappresentanti politici in Regione e a livello nazionale; che pochi sono ormai i candidati veneziani addirittura alle elezioni comunali; ma proprio per questo noi cittadini e le nostre associazioni dobbiamo indirizzare il voto verso chi meglio avrà come obiettivo la salvezza di Venezia e della grande Civiltà che essa rappresenta. Sarebbe importante a parer mio aprire un dibattito con chi si candiderà alle prossime elezioni, ma anche fra noi cittadini e i rappresentanti delle Associazioni che più stanno dimostrando interesse e spirito civico verso Venezia.
Altro argomento di discussione è il seguente: è possibile riconoscere questa Specialità a un non Comune? Cioè ad una città speciale ed unica al mondo che però non è Comune autonomo? È possibile riconoscere questa specialità all'interno dell'esistente Comune unico con Mestre o, come vuole il nostro Movimento Venezia Autonoma, è necessario procedere speditamente al referendum e creare i due Comuni autonomi di Venezia e Mestre?
Su questi temi è urgente e indispensabile aprire un'approfondita ed onesta discussione per evitare che la nostra generazione diventi responsabile dell'annientamento di una delle più importanti Civiltà dell'Italia, dell'Europa e del mondo.
*Presidente Movimento Venezia Autonoma
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Il Gazzettino