In Marmolada Consiglio senza Pd

In Marmolada Consiglio senza Pd
LA POLEMICABelluno Sul cocuzzolo della montagna il Pd non ci sarà. I consiglieri regionali del Partito Democratico boicottano la seduta del Consiglio prevista domani alle 11 a...

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LA POLEMICA
Belluno Sul cocuzzolo della montagna il Pd non ci sarà. I consiglieri regionali del Partito Democratico boicottano la seduta del Consiglio prevista domani alle 11 a Serauta. La giunta Zaia e la maggioranza non potranno contare su capogruppo Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo e Graziano Azzalin per votare la mozione relativa ai confini della Marmolada. Lo ha fatto sapere ieri il partito, con una conferenza stampa convocata ad hoc a Belluno con i consiglieri, il parlamentare Roger De Menech e una rappresentanza del gruppo provinciale.

LA DECISIONE
Un forfait dovuto, quasi scontato lascia intendere il partito, considerata la vuotezza di contenuti della riunione di domani. La questione del massiccio sta a cuore a tutti e non ha colore, certo, ma il Pd non ci sta a trattarla in questo modo. «Non ci prestiamo a passerelle in alta quota dichiara Fracasso -. Abbiamo fatto di tutto affinchè quello di domani fosse un Consiglio per la montagna, ma nulla, sarà solo un Consiglio in montagna». La critica e la decisione di non partecipare nascono dal fatto che all'ordine del giorno c'è un solo punto, la mozione 397 per impegnare la Giunta a intraprendere qualsiasi iniziativa utile e finalizzata a dare seguito al Protocollo d'Intesa siglato nel 2002, quello siglato tra Provincia autonoma di Trento, Regione, Provincia di Belluno, Comune di Rocca Pietore e Comune di Canazei per chiudere la controversia confinaria. Quello tradito dai cugini trentini con la delibera del Consiglio comunale di Canazei recepita il 24 maggio dall'Agenzia delle Entrate che ha fatto ricadere l'intero ghiacciaio entro i confini di Trento. Insomma, i veri problemi della montagna al di là della bandierina sulla punta del ghiacciaio, non verranno nemmeno sfiorati.
IL DOCUMENTO

Da qui la decisione del Pd di controbattere con una sua mozione. Un documento di tre pagine che riassume tutti i desideri della montagna bellunese. Il libro dei sogni dove rientrano l'attuazione della specificità e dell'autonomia della provincia con le giuste risorse, una sanità su misura e l'accordo con Anas. «Se venisse approvato annuncia De Menech il 90% delle speranze dei cittadini verrebbero esaudite. Entro fine novembre si presenti in Prima commissione una relazione sullo stato di attuazione della legge 25 sull'autonomia di Belluno, si convochi entro un mese un tavolo con la Provincia, nel quale affrontare i temi e le priorità già segnalate dal presidente Padrin a dicembre 2017: il trasferimento delle funzioni amministrative relative a risorse idriche, energetiche, difesa del suolo e turismo, con trasferimento delle relative risorse». A cominciare da 15 milioni, cifra richiesta subito e ritenuta il minimo necessario per avviare i primi interventi e per favorire l'autonomia.
Alessia Trentin
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Il Gazzettino