In Italia l'Rt cala a 1,08 Lombardia arancione ma 10 Regioni a rischio

In Italia l'Rt cala a 1,08 Lombardia arancione ma 10 Regioni a rischio
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LA FOTOGRAFIA
ROMA Un'Italia ancora divisa in due ma sempre meno rossa. Nonostante l'indice Rt nazionale continui a scendere attestandosi in media a 1,08 e nonostante Lombardia, Piemonte e Calabria da domenica dovrebbero essere arancioni mentre Liguria e Sicilia gialle, ben 10 regioni della Penisola tutt'oggi sono ancora ufficialmente classificate come «a rischio alto di un'epidemia non controllata e non gestibile».

LA BOZZA
A sostenerlo una bozza del consueto monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità circolata ieri. Stando al documento, che verrà presentato e analizzato questa mattina dalla cabina di regia e farà da preludio all'ordinanza con cui il ministro della Salute certificherà le prime promozioni da rosso ad arancione, nel periodo tra il 16 e il 22 novembre non solo la situazione appare ancora pericolosa in 10 regioni ma anche in 7 dei territori restanti classificati come a rischio moderato. Questi infatti conservano ancora «una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese».
Tradotto: anche nelle Regioni che ora stanno meglio, magari con qualche indice dei 21 particolarmente incoraggiante rispetto alle scorse settimane, non è il momento di un via libera. Prima di parlarne, come si legge nelle conclusioni del testo, sarà necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori ad 1. Si conferma quindi per il momento la necessità di mantenere la drastica «riduzione delle interazioni fisiche» tra le persone, evitando tutte le occasioni di contatto con persone al di «fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie» e di rimanere a casa il più possibile. «Questo andamento non deve portare ad un rilassamento prematuro delle misure o ad un abbassamento dell'attenzione nei comportamenti» ed è «necessario mantenere e/o rafforzare le misure di mitigazione in base al livello di rischio identificato». In base al documento le 10 Regioni oggi più a rischio sono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Fvg, Lombardia, Bolzano, Puglia, Sardegna e Toscana, cui si aggiunge la Calabria, ritenuta dall'Iss «non valutabile» e quindi considerata «a rischio alto».
PROMOZIONI

Ciò non toglie che il trend sia in miglioramento, come dimostrano anche i dati di oggi (in calo i nuovi contagi, -651, e terapie intensive, -64), e quindi «qualcosa negli scenari futuri» cambierà come anticipato ieri dal premier Giuseppe Conte. In particolare, stando a quanto trapelato dal ministero della Salute (e confermato da alcuni governatori), da domenica 29 novembre le prime Regioni rosse istituite all'inizio del mese - ovvero Lombardia, Piemonte e Calabria, resta fuori la Valle d'Aosta - diventeranno arancioni. Allo stesso modo Liguria e Sicilia invece, retrocederanno verso la zona gialla. Movimenti che dovrebbero preannunciarne altri molto ravvicinati. Secondo il governatore toscano Eugenio Giani infatti, «da venerdì 4 dicembre» la Regione tornerà in zona arancione. Al netto dei miglioramenti, fuori dal coro resta invece Vincenzo De Luca. Lo sceriffo campano, nel solito appuntamento settimanale in diretta su Facebook, si è scagliato contro il sistema di ripartizione in zone attuato dal governo. «Una buffonata», le definisce, attaccando soprattutto i controlli sui dati trasmessi dalle Regioni che sarebbero falsi. «Abbiamo chiesto al ministero della Salute di sapere il numero dei tamponi. La Regione Campania comunica il numero vero di tamponi, siamo sotto i 25mila al giorno, questo fa aumentare il numero dei positivi. Ci sono regioni che comunicano un numero altissimo di tamponi non molecolari per far abbassare il numero di positivi», ha attaccato.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino