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C'è un tipo di turismo che non conosce stagionalità è il turismo sanitario.(((zancanerl))) Da nord a sud gli italiani si spostano alla ricerca delle strutture sanitarie migliori, ma i pazienti in fuga verso altre regioni possono mettere a dura prova i bilanci delle regioni che devono rimborsare le prestazioni erogate altrove e, dati alla mano, dal Friuli Venezia Giulia si fugge verso altre regioni soprattutto in strutture private accreditate.

La mobilità sanitaria interregionale, che in Italia vale circa 4 miliardi di euro, mostra sull'ultimo triennio una contrazione per il «pubblico» del 3% di crediti mentre la produzione ascrivibile al privato accreditato mostra un incremento dell'11%. Ci sono regioni che guadagnano di più, altre di meno, frutto anche della scelta dei pazienti. In Friuli Venezia Giulia la mobilità sanitaria muove quasi 45 milioni di euro sui ricoveri nel settore pubblico e 13,5 milioni per i privati accreditati per un totale di quasi 50 milioni di euro. Per quanto riguarda la sanità pubblica, i ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni hanno subìto un calo dell'8% rispetto all'anno precedente, fino al 12% nell'ultimo triennio, perdendo terreno rispetto alla contrazione media nazionale del 3%.
Nel 2013, infatti, i crediti della regione per i ricoveri pubblici superavano i 51 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, i ricoveri nelle strutture private accreditate, il Friuli Venezia Giulia tocca i 13,5 milioni di euro ma va in controtendenza rispetto al trend nazionale perdendo il 6% rispetto all'anno precedente a fronte dell'impennata media nazionale del +11%, tant'è che il saldo tra crediti e debiti della regione per i ricoveri nel settore privato accreditato è negativo per 5.(((zancanerl)))300.000 euro: per 13,5 milioni di crediti, il Fvg ha quasi 29milioni di debiti.
Per far quadrare i bilanci su questo aspetto, la bozza di «Proposta di accordo per la regolazione dei flussi finanziari connessi alla mobilità degli assistiti tra le Regioni per gli anni 2014-2015» prevede di dovrà affrontare l'appropriatezza dei flussi sanitari migratori, ponendo limiti alla produzione degli erogatori privati sin dal 2017.

«Per il 2016 - si legge nella proposta - occorre produrre uno schema di riferimento per gli accordi tra regioni, che tenga conto della necessità di regolare in maniera anche analitica i relativi flussi. Lo schema verrà approvato entro la fine di ottobre, in modo da poter procedere alla definizione degli accordi entro il 31 dicembre 2016. Impegno comune delle regioni deve essere quello di affrontare il tema dei professionisti collocati a riposo e che nel pubblico non possono più esercitare l'attività e che hanno trovato ampio spazio nel settore privato - anche accreditato, le cui prestazioni restano comunque a carico del settore pubblico».(((zancanerl)))
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Il Gazzettino